mercoledì 21 settembre 2016

Tecniche Storytelling (parte 8): Linguaggio Naturale - #Corso #Scrittura

Glauco Silvestri
E' giunto il momento di affrontare un tema scottante, ovvero il linguaggio usato nella narrazione. Con questo non ho intenzione di dirvi come va scritto un romanzo, bensì porre l'attenzione sul fatto che certe scelte debbano essere ponderate con attenzione.

Il linguaggio comune è mutato parecchio nei secoli, lo sappiamo tutti quanti, e anche in letteratura, il linguaggio ha subito metamorfosi che sono andate di pari passo con quanto avveniva nella vita reale... Ma la metamorfosi è avvenuta in modo differente in quanto la letteratura ha una variabile in più di cui tenere conto... O meglio, molte variabili in più da tenere conto.
In primo luogo bisogna considerare il linguaggio che l'autore predilige per scrivere. 
Può essere pomposo, snello, moderno, classico, attuale, stringato, o ricco di aggettivi (n.d.r. Da sconsigliare...). Dipende dalla cultura dell'autore, dalle sue predilezioni, dal suo modo di raffrontarsi con gli estranei, dal tipo di impatto che si vuole avere sul pubblico, dal tipo di pubblico a cui è diretta l'opera. Meglio evitare di scrivere un racconto per bambini con un linguaggio forbito, così come è meglio evitare l'uso di un linguaggio troppo semplice in un'opera rivolta ad adulti. Va raggiunto il giusto equilibrio tra predisposizione-genere-target.
Da un certo punto di vista lo scrittore tende a creare un proprio stile. E' giusto così perché il proprio stile permette ai lettori di riconoscerlo, di distinguerlo dagli altri scrittori, di preferirlo, o eventualmente di 'non preferirlo' in base ai gusti. Lo stile può essere definito da molti fattori, alcuni personali, altri più oggettivi. Alcuni parametri classici che definiscono lo stile di uno scrittore sono:

  • Lunghezza dei periodi;
  • Interpunzione;
  • Complessità lessicale;
  • Capacità di Sintesi;
  • Capacità descrittiva.
La narrativa moderna, in base alle statistiche (n.d.r. Sempre che siano affidabili...), predilige l'uso di periodi brevi, e di conseguenza con pochi segni di interpunzione, e una sintesi evidente nella narrazione. Si ama ancora molto la capacità descrittiva, ma si pretende che essa non sia troppo estesa, così da dare maggiore respiro all'azione e alla narrazione vera e propria. La complessità lessicale è sempre meno amata, forse per via del sempre minor tempo da dedicare alla lettura, e alla concorrenza dei dispositivi digitali, che abituano le persone all'immediatezza, alla semplicità, a un linguaggio per icone, simboli, e che vada dritto al dunque. 


Non basta però tenere conto del proprio 'stile narrativo', del proprio linguaggio. Bisogna anche inoltrare il proprio studio ai personaggi dell'opera che si sta scrivendo. 
E la seconda cosa di cui tenere in conto, ma che spesso viene sottovalutata, è il linguaggio del corpo dei personaggi
Già! Perché, a meno che non stiate scrivendo una sceneggiatura, va ricordato che i personaggi di un romanzo devono agire proprio come se fossero persone vere. Per questo consiglio di leggere qualche testo al riguardo (n.d.r. Potete partire da qui), per questo consiglio di studiare anche il periodo storico in cui la vostra vicenda è ambientata, perché gli usi e i costumi possono andare a interferire sulla gestualità, l'emotività, e la comunicazione 'fisica' tra le persone.
La regola aurea della narrativa moderna è per l'appunto: Scrivere di ciò che si conosce.
E se si vuole scrivere di qualcosa che non si conosce, è necessario documentarsi il più possibile, ed evitare di inventare o andare a intuito, perché se ai tempi di Salgari questo metodo non veniva colto in fallo grazie alla poca cultura, o alla poca informazione generale, oggi verreste subito sbeffeggiati. 

Tornando quindi al linguaggio, è evidente che l'autore sappia come i personaggi debbano muoversi all'interno del 'suo mondo', come debbano esprimere le proprie emozioni e... 
Questo è il terzo punto da tenere in conto: il linguaggio verbale dei personaggi.
Anche se la vostra storia è ambientata ai giorni nostri, non potete dare per scontato che i personaggi parlino esattamente come voi. Nelle aree rurali spesso si ricorre ancora al dialetto, e nelle zone urbane molto spesso si incontrano forme gergali molto localizzate, spesso tra i giovani, che possono mutare notevolmente anche da quartiere e quartiere. Bisogna quindi conoscere perfettamente i propri personaggi, l'area in cui vivono, e il modo di parlare che è tipico di quella zona, in base anche all'età del personaggio stesso - non dimenticatelo - perché una persona adulta difficilmente parlerà come un teenager, e probabilmente avrà anche qualche difficoltà a comprendere i teenager stessi quando parlano tra loro. Va inoltre tenuto conto che ogni personaggio deve avere il proprio linguaggio, che ne sarà la sua nota distintiva quando i dialoghi diventeranno più fitti, e dove non sarà possibile sottolineare troppo spesso chi sta parlando per evitare un appesantimento della narrazione.
Non va sottovalutata neppure la provenienza, o le origini, dei personaggi. Bisogna saper identificare le persone anche attraverso il loro modo di parlare, il loro lessico, il loro linguaggio. Ogni persona è unica, che sia essa reale, che sia essa inventata.

Questo discorso diventa ancora più importante se si va indietro nel tempo. Non solo il linguaggio usato dai personaggi muta rispetto a quello dei giorni nostri, ma anche il lessico cambia. Spariscono parole di uso comune oggi, e compaiono parole oggi divenute desuete.
Non bisogna lasciare nulla al caso, altrimenti si cadrà nell'errore, e quell'errore sarà notato.
Potrà essere un errore piccolo e perdonabile, oppure qualcosa di più grosso che potrebbe segnare il successo o il fallimento del vostro lavoro.

Vi ho spaventato? Spero di no, perché a parole è più complesso che nei fatti. E' sufficiente documentarsi, leggere, fare ciò che probabilmente siete già abituati a fare. Certe cose verranno automatiche, altre vi chiederanno un briciolo di impegno in più, ma vi aiuteranno a crescere in esperienza e bravura.



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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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