mercoledì 24 giugno 2015

Conosci il tuo Obiettivo - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Prendete tra le mani il vostro obiettivo. Se avete acquistato una Canon in Kit, sarà probabilmente questo, ovvero il 18-55mm EF-S STM. Osservate bene com'è fatto, e le scritte che ci sono sopra. Ne conoscete il significato? Avete idea di quali siano le sue caratteristiche effettive? 

Proviamo a esaminarlo passo dopo passo, cercando di rimanere nel 'pratico', evitando le nozioni tecniche più approfondite, che magari vi annoiano, e che magari non interessano a un amatore alle prime armi.  In futuro, se la passione vi condurrà verso una attività più seria, allora sarà meglio che studiate pure quelle. Per ora... Passiamo oltre.

Osserviamo l'obiettivo partendo dalla lente. Ci sono delle scritte tutte attorno a essa, vediamole nel dettaglio perché ognuna ha la sua importanza, e prima o poi ci capiterà di sfruttare le informazioni che forniscono.
La prima indicazione che salta all'occhio è il diametro dell'obiettivo.
Nel nostro caso è di 58mm. Ogni obiettivo ha il suo diametro, e non sono tutti uguali. Questa misura ci viene in aiuto quando dobbiamo scegliere un accessorio, ovvero un filtro, o un paraluce, così da scegliere correttamente quello che si potrà adattare alla nostra attrezzatura.
La seconda indicazione ci identifica la tipologia di obiettivo.
Leggendo la scritta veniamo a scoprire che l'obiettivo è di tipo EF-S. E' una indicazione importante. Gli obiettivi Canon sono tutti identificati dal suffisso 'EF' (n.d.r. Electronic Focus). La 'S' non sta a indicare che l'obiettiva è stabilizzato (n.d.r. difatti lo è, ma la 'S' indica qualcos'altro). Essa deriva dalla denominazione dove la "S" significa 'Short-backfocus', una caratteristica specifica delle reflex consumer e prosumer, ovvero con un sensore APS-C.
Questo tipo di obiettivi può essere montato solo su macchine di questo tipo, e non sulle macchine Full Frame. Il problema sorge a causa delle differenze di misura del sensore, e di conseguenza sul cerchio d'immagine (n.d.r. Banalmente, è l'immagine catturata dall'obiettivo, che è circolare, e proiettata sul sensore. Tale cerchio deve circoscrivere l'intera area del sensore, altrimenti si forma un effetto vignettatura nella foto). Ci sono anche problemi meccanici, sempre a causa della maggiore dimensione del sensore, e di conseguenza dello specchio retrattile, che - quando è in movimento - può andare a urtare il bordo dell'obiettivo.
Qui trovate maggiori informazioni sulla questione. Se vi annoiano le spiegazioni tecniche, vi basterà ricordare che sulle macchine APS-C possono essere montati sia obiettivi EF, sia obiettivi EF-S. Mentre sulle Full Frame, e sulle macchine a pellicola, si possono montare solo obiettivi EF.
La terza indicazione riguarda la lunghezza focale dell'obiettivo.
Che immagino già conosciate. E' un 18-55mm, per cui ci offrirà la possibilità di avere un buon grand'angolo (18mm), e di zoomare - vedi ingrandire - fino a una lunghezza focale di 55mm. Più alto è il numero di lunghezza focale, più si vede lontano (perdendo però in ampiezza dell'immagine), più è basso meno si vede lontano (guadagnando però in ampiezza dell'immagine).
La quarta indicazione è la massima Apertura Relativa dell'obiettivo.
A questo punto mi tocca affrontare un po' di teoria. Niente paura. Cercherò di andare per gradi e di 'parlare semplice'. L'Apertura dell'obiettivo indica la quantità di luce che esso riceve dall'ambiente esterno.
Questa però non indica la quantità di luce che arriva al sensore. 
Tra la lente e il sensore, infatti, è disposto un diaframma. Questo dispositivo permette di regolare la luce a nostro piacimento (n.d.r. o a piacimento dell'Autofocus). Il valore di apertura del diaframma è chiamato Apertura effettiva, ed ha sempre un valore inferiore all'apertura dell'obiettivo. Anche l'apertura effettiva, però, non ci dà una indicazione corretta della luce che arriva al sensore, perché quest'ultima dipende anche dalla lunghezza focale (il teleobiettivo raccoglie meno luce di un grandangolo).


Per questo si parla di Apertura Relativa, ovvero del rapporto tra la lunghezza focale e l'apertura effettiva.
Per fare un esempio pratico, con una lunghezza focale di 50mm, e una apertura effettuva di 25mm, otterremmo una apertura relativa pari a: 50/25=2mm (n.d.r. che normalmente è indicato come f/2). Come già detto in precedenza, sull'obiettivo è indicato il valore massimo di apertura relativa, ovvero quello che offre più luce al sensore.
Nel nostro caso specifico, il grandangolo avrà una apertura relativa massima di 3,5mm, mentre il teleobiettivo avrà  una apertura relativa massima pari a 5,6mm (si ragiona al contrario, un valore basso di apertura indica il diaframma aperto, un valore alto indica il diaframma chiuso).

Lunghezza Focale
Se la curiosità vi spingesse a chiedevi in che posizione si trova il sensore della vostra macchina fotografica, il cosiddetto piano della focale, è sufficiente cercare l'indicazione a fianco del mirino, sul lato opposto alla rotella di selezione della modalità di funzionamento della macchina.

Indicazione della posizione del sensore.


Proseguiamo con le ultime due indicazioni. 
La dicitura IS (n.d.r. Image Stabilizer) sta a indicare che il vostro obiettivo è stabilizzato. La dicitura UMS (n.d.r. Ultrasonic Motor) indica che l'obiettivo è mosso da un motore ultrasonico, per cui molto silenzioso. Alcuni obiettivi hanno invece la dicitura STM (n.d.r. Stepping Motor). Questa dicitura indica che il motore che muove l'ottica è un motore di tipo passo-passo, molto preciso, e adatto alle riprese video.

A questo punto è giunto il momento di osservare il nostro obiettivo da un'altra angolazione. Vediamo le scritte sulla superficie del barilotto. Alcune voci già esaminate sono riportate esattamente come le avevamo già viste. E' indicato che l'obiettivo è stabilizzato, che è un obiettivo di tipo EF-S, che è uno zoom con estensione della lunghezza focale pari a 18-55mm. Troviamo però una ulteriore indicazione:
 E' la distanza minima di messa a fuoco per la Macro fotografia.
Tale dicitura mostra un fiorellino, e di fianco è indicata una distanza sia in mm, sia in piedi. Nel nostro caso è di 0,25m. Questo significa che per fare uno scatto in macro fotografia, dovremo stare ad almeno 25cm dal soggetto.

Il barilotto ci propone anche alcuni comandi che non possiamo ignorare. 
C'è un deviatore che ci permette di porci in Auto Focus (AF) o in Manual Focus (MF).
C'è un deviatore che ci permette di attivare o meno lo stabilizzatore.
Non credo sia necessario spiegare nel dettaglio come essi agiscano. C'è giusto da ricordare che mettendo in modalità Manual Focus l'obiettivo, si dovrà poi impostare la rotella dei programmi sulla lettera M.

E ci sono due ghiere. 
Quella più grande ci permette di variare la lunghezza focale. 
Essa è presente solo sugli obiettivi zoom, ovviamente. In questo caso essa ci permette di passare dal 18mm, ovvero un grand'angolo, al 55mm, un piccolo teleobiettivo.
La seconda ghiera è posta a ridosso della lente, e serve per mettere a fuoco quando si lavora in manuale.
Ruotando questa ghiera, una volta impostata su M la rotella dei programmi, e messo su MF il deviatore sull'obiettivo, e dopo aver scelto tempo di scatto e apertura relativa del diaframma, si potrà mettere a fuoco l'immagine, ed effettuare lo scatto.

Con questo abbiamo finito. C'è solo da annotare che alcuni zoom con una estensione piuttosto ampia della lunghezza focale presentano un terzo deviatore. Questo è semplicemente un blocco meccanico dell'ottica, e serve a evitare che essa si possa muovere per via del suo peso, e di conseguenza mutare la lunghezza focale, in situazioni in cui si utilizza il cavalletto e si punta la macchina verso il cielo.



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mercoledì 17 giugno 2015

Saturno (provo a fotografarlo)

Glauco Silvestri
L'obiettivo che ho voluto collaudare
Di sicuro non ho scelto il giorno migliore per fare questo primo esperimento. Di sicuro non mi sono comportato come un astrofilo provetto. In realtà volevo solamente provare questo obiettivo, il più luminoso che ho, e tanto valeva che tentassi di inquadrare Saturno (n.d.r. viste le recenti scoperte sull'anello più grande del pianeta).

Le foto che seguono sono state scattate da una delle mie terrazze. Solitamente, la notte, quella terrazza è rivolta verso un'area relativamente buia, per cui ero ottimista. Sfortuna ha voluto che proprio ieri sera i miei vicini abbiano deciso di fare un compleanno in giardino, con tanto di lanterne cinesi lanciate in cielo per festeggiare il festeggiato (n.d.r. scusate il gioco di parole). Sfortuna ha voluto che, proprio per via del buio che caratterizza quella terrazza, qualche tempo fa io abbia installato una luce di cortesia che si accende per 30 secondi quando qualcuno esce in terrazza.
Parametri di cui non avevo tenuto conto, ma che alla fine sono riuscito - in un qualche modo - a schivare, facendo molti tentativi, e sfruttando tutta la mia pazienza residua.

L'attrezzatura scelta allo scopo è stata la seguente:
 Non avendo un inseguitore astronomico, ho tenuto un tempo di scatto pari a 15 secondi sperando che la rotazione terrestre non influisse a sufficienza per rovinare la foto (in realtà ho provato scatti con tempi più brevi, e tempi più lunghi, anche in posa B, ma i migliori risultati li ho avuti con la tempistica succitata).
Ho scattato sia in JPG che in RAW. Quest'ultimo file è stato elaborato per mettere in primo piano il pianeta.
 L'immagine che segue è il Jpeg.

F/1.8 ISO800 15"
L'immagine è stata scattata in manuale. La messa a fuoco non è ottimale perché ero disturbato da molti fattori. In effetti... è solo un primo tentativo.
Per quanto l'immagine sia estremamente luminosa, si intravedono tre stelle messe a triangolo, di cui quella più a destra fa parte della costellazione della Bilancia, poco più in basso c'è Saturno, e sotto Dschubba, nota anche come Delta Scorpii, una stella doppia nella costellazione dello Scorpione.

Qui a fianco vi riporto una piccola mappa stellare (n.d.r. quella che ho usato per identificare gli astri, scattata poco prima di fare la foto, dallo schermo del mio smartphone). 
Ho identificato con un cerchietto giallo le tre stelle a cui mi sono riferito per identificare il mio soggetto principale.


Visto il tipo di obiettivo che ho usato, appare evidente che non sia possibile identificare gli anelli del pianeta, e neppure vedere nitidamente la stella doppia. Qui di seguito potete osservare l'immagine in formato Raw elaborata in modo tale da mettere in evidenza gli astri più interessanti.

Clicca sull'immagine per ingrandire.
Si tratta, in realtà, di una elaborazione grossolana, devo ancora prenderci la mano con il software fornitomi da Canon per l'elaborazione dei Raw. Forse ho tagliato via troppo... Sarebbe stato carino vedere qualche stella di contorno. A ogni modo la coppia che era di mio interesse si vede bene. E' interessante notare che regolando luminosità, contrasto, ed esposizione, gli astri abbiano acquisito dei colori pieni.

Stamattina, mentre preparavo questo articolo, ho voluto ritagliare un quadrante dell'immagine sopra indicata, aumentarne un po' il contrasto, e correggere un briciolo i parametri gamma. Il risultato è quello che segue.


Ammetto di non avere esperienza in questo campo, ma l'immagine è d'impatto sapendo che sotto al pallino rosso c'è una stella doppia... Farò altri tentativi, magari anche con il Samyang, per vedere se compare anche qualche anello.


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mercoledì 10 giugno 2015

Il Corredo Fotografico (parte 1) - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Per essere bravi fotografi non occorre avere un armamentario tale da riempire un Fiat Ducato. 

Alcuni fotografi famosi sono noti per scattare foto usando solamente un pancake da 50mm, mentre altri scelgono accuratamente cosa prendere con sé in base a quello che è il loro 'progetto fotografico', evitando così pesi inutili sulle spalle. E' comunque evidente che bisogna avere un po' di attrezzatura, per lo meno quella necessaria a ottenere gli scatti che si desidera realizzare. Poi... Magari... A seconda delle occasioni si lascia a casa qualcosa, per poi pentirsene quando si è a destinazione, specie se non si ha un 'progetto' in mente, specie se si fanno foto senza una idea di ciò che ci si troverà davanti.

Il mio consiglio, di conseguenza, è quello di avere le idee ben chiare, e magari di progettare la sessione fotografica, così da essere pronti e attrezzati per ciò che vi aspetta.

Io che cos'ho? Come vi avevo anticipato qualche post fa, molta della mia attrezzatura viene dal mio passato di fotografo con reflex a pellicola. La già citata EOS700D è indispensabile. 
  • Le ottiche a mia disposizione sono quattro: uno zoom grand'angolo EF 22-55mm USM, un 35-80mm USM, un 70-200mm USM, tutti originali Canon. Sono obiettivi vecchiotti ma efficienti. Preferisco avere tre zoom con una estensione corta che gli super zoom a lunga focale che vanno di moda oggi. Questi ultimi sono molto pratici, e soprattutto trasportabili, hanno persino una luminosità maggiore dei miei vecchi obiettivi, ma quando si va dai 18mm fino ai 200mm, si finisce sempre per non ottenere prestazioni di buon livello, c'è rischio che si creino effetti vignettatura, o delle aberrazioni cromatiche, o altri difetti poco graditi, a causa del numero di elementi all'interno dello zoom, e persino problemi di messa a fuoco, specie in automatico. Insomma, o si ha la possibilità di spendere cifre importanti o è meglio spezzare e portarsi dietro obiettivi 'più corti' ma più efficienti. Io, poi, già li avevo... Altrimenti, forse, avrei optato per questo, lo ammetto (n.d.r. la praticità* non va comunque mai sottovalutata, anche perché più roba si ha con sé, più peso si porta sulle spalle).
    Ho detto quattro ottiche, per cui ne manca una. Si tratta di un Samyang 500mm F/6,3 manuale, a cui ho abbinato un duplicatore di focale 2x della stessa marca. Questo giocattolo l'ho preso per l'appunto per giocare. Non me lo porto certo in ferie, ma se voglio fare delle foto naturalistiche, o qualche fotografia astronomica, è la morte sua (e poi è completamente manuale, usarlo risveglia l'istinto del fotografo, e per una volta manda in pensione gli automatismi). Qualche settimana fa ho mostrato una foto della luna scattata proprio con questo obiettivo.
  • Ho un mirino ad angolo retto. Questo qui, della Polaroid, preso di recente perché... be', fotografare il cielo tenendo l'occhio sul mirino normale della macchina fotografica mette a dura prova la mia cervicale. Non costa molto e mi consente una postura più comoda. Un must have!
  • Ho due cavalletti. Un GorillaPod DSLR che mi porto sempre dietro, e un treppiede Ravelli davvero solido che uso principalmente in abbinamento al Samyang (a questo proposito, le foto alla Luna citate poco fa son state fatte con un treppiede più leggero e portabile, ma davvero instabile sotto il peso della macchina... treppiede che ho mandato in pensione non appena mi è arrivato il Ravelli).
  • Il telecomando non è fondamentale, ma utile quando non si vogliono vibrazioni al momento dello scatto, in più l'avevo già all'epoca della mia esperienza con le reflex a pellicola. Ce ne sono tanti in commercio, costano poco, io ho questo.  
In genere l'attrezzatura che porto sempre con me è composto dalla macchina, i tre obiettivi Canon, e il GorillaPod. 
Uso una borsa della Lowepro, la Sling 3, davvero molto comoda, perché può portare anche oggetti che non hanno a che fare con la fotografia, non è ingombrante, e può essere indossata sia come mono spalla, sia come borsa a tracolla. In più, la parte che contiene l'attrezzatura fotografica può essere tolta, così da usare tutto lo spazio per altri tipi di oggetti.
Uso anche uno zaino, sempre Lowepro, il Photo Sport 200 AW, comodo in escursioni che durano una o più giornate perché, oltre ad avere uno spazio per la macchina fotografica accessibile dal fianco, ha molto spazio per ciò che può essere utile durante l'escursione, dalle bacchette per Nordic Walking, alla Camel Bag, ed è persino munito di un fischietto di emergenza, e di una protezione in tela in caso di pioggia estrema.
Ho anche una custodia in neoprene per la reflex, questa, utilissima per proteggere la macchina fotografica quando esco solo con corpo macchina e un solo obiettivo. Ho preso la misura più grande, così da potermi portare dietro il 70-200mm, ma in realtà in quel tipo di occasioni esco sempre con il 35-80mm. In realtà ne avevo già una vecchissima ereditata sempre dall'epoca della pellicola, ma si è rotta l'estate scorsa in trentino, durante una escursione, per cui ho dovuto sostituirla.

Che cosa ho e non uso?
  • Un flash Speedlite (non questo, ma un suo predecessore diretto) che è fermo da un decennio, e l'ultima volta che l'ho innestato sulla macchina fotografica, di recente, non si è neppure acceso... difatti è sulla via del bidone della spazzatura. E dubito che ne prenderò uno nuovo perché l'ho usato molto raramente, e posso farne tranquillamente a meno.
  • Tre filtri: Un filtro UV da 52mm, un filtro Polarizzatore da 52mm, e uno da 58mm (per il 22-55mm). Ci giocavo molto quando ero più giovane. Con il digitale i filtri hanno perso molto del loro scopo. Certo… Il Polarizzatore è ancora utile in alcuni casi, per ridurre la foschia, o per scattare foto alle vetrine ed eliminare i riflessi, per cui non è proprio vero che non lo uso più. Diciamo che lo uso di rado.
Lo so, sembra tanta roba, ma non la uso mai tutta assieme. Per di più ognuno dei pezzi che possiedo ha uno scopo, visto che ho interessi divergenti nell'ambito della fotografia. I ritratti li faccio con il 35-80mm; per le foto architettoniche/paesagistiche uso il 22-55mm, mentre per le foto naturalistiche è necessario il 70-200mm, se non addirittura il Samyang (con cavalletto e telecomando), che poi è l'unico obiettivo che ho acquistato assieme alla EOS700D. Se date una occhiata alla mia pagina Flickr scoprirete che amo tutte e tre le discipline, per quanto - probabilmente - in questi ultimi tempi dedichi la maggior parte del mio tempo agli scatti naturalistici. Ciò mi costringe ad avere una attrezzatura tale da poter soddisfare ogni mia esigenza. Ma se avessi interessi più specifici, alcuni degli elementi in mio possesso non sarebbero necessari.

In conclusione: è da evitare l'entusiasmo per la nuova passione, e la corsa agli armamenti. Pensate attentamente a ciò che volete fotografare, e procuratevi solo quanto vi è veramente necessario. Il resto è peso in più che vi farà sudare senza regalare soddisfazioni.




* Vale la regola del: l'obiettivo montato non è mai quello che ti serve. A me capita quando vado in mezzo alla natura e noto in cielo un fenicottero, o un airone, o un falchetto. Puntualmente l'ottica montata sulla macchina è la più lontana, come focale, a quella che mi sarebbe utile per immortalare il soggetto. In questi casi uno zoom a lunga escursione sarebbe perfetto, perché tempo di cambiare obiettivo, e il soggetto se ne è già andato.

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mercoledì 3 giugno 2015

Fotografare la Luna: La Luna Rossa - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Ieri sera si è verificato un fenomeno naturale che vale sempre ammirare, ovvero la Luna Rossa. Questo fenomeno non dura molto e si verifica poco dopo che l'astro si presenta nel nostro emisfero... Diciamo attorno alle 21. Io, lo ammetto, mi son mosso senza troppo tempismo, ma qualche scatto buono l'ho fatto... anche se era già diventata giallognola.

Ho avuto due problemi principali. Essendo appena tornato da una breve vacanza, ho dovuto scattare le foto dal terrazzo di casa mia, ciò mi ha costretto ad attendere che la luna superasse i camini del palazzo di fronte a me (per fortuna più basso di quello in cui abito). 
Il secondo problema erano le nuvole. Il cielo non era perfetto e ogni tanto una nuvola passava davanti al mio soggetto impedendomi regolare a dovere la fotocamera senza fretta (visto che alle 22 la luna era già tornata del suo colore solito).
Aggiungo che, per pigrizia, ho usato il vecchio cavalletto... Sì, quello che fatica a reggere il peso della macchina. Per cui, durante le regolazioni avevo una immagine che ballava in continuazione. Poi dovevo attendere che tutto si fermasse, e fare lo scatto. Ciò mi ha fatto perdere un po di tempo prezioso... Avrei dovuto andare a prendere il cavalletto nuovo, mannaggia! Devo ricordarmi di metterlo in un posto da cui sia recuperabile in fretta, e non in cima all'armadio!

Dovendo lavorare in manuale, ho fatto una decina di tentativi, cambiando soprattutto tempo di scatto e valori ISO, visto che il soggetto era molto lontano è ho deciso per un fuoco impostato su infinito. Tra le altre cose, il cielo non era neppure limpidissimo. Qui di seguito vi riporto le due foto migliori che ho ottenuto.

F/00 ISO500 1/10" 1000mm
In questo scatto si nota il passaggio di alcune nuvole. La foto non è perfetta, l'atmosfera non proprio limpida riduce i dettagli della superficie lunare. Per ottenerla ho dovuto passare l'immagine al computer in modo da eliminare il riverbero dovuto alla luce riflessa dalle nubi. Per il resto è lei.

F/00 ISO1600 1/25" 1000mm
In questo scatto ho aumentato un po' gli ISO e i tempi. Nel frattempo la luna è salita un poi più in alto, sopra le nuvole, e finalmente ho avuto uno scatto pulito. Anche in questo caso ho eliminato un po' di riverbero col computer, e ho sistemato un po' l'esposizione. Per il resto è esattamente come l'ho scattata. Si nota anche qui che i dettagli della superficie lunare non sono perfetti a causa dell'umidità nell'aria. Qui si nota anche il colore rosso!

Qui a fianco, invece, potete vedere la mia macchina fotografica pronta per riprendere la luna. 
Si nota il cavalletto, ultraleggero e perfetto da portare in giro, ma del tutto fuori luogo quando deve sostenere il Samyang da 500mm con il duplicatore di focale, e l'adattatore per attacco a T.
Si nota anche l'oculare ad angolo retto della Polaroid, un toccasana per la mia cervicale. Ottimo anche per la messa a fuoco, visto che ha persino la possibilità di ingrandire il soggetto inquadrato.
E c'è anche il telecomando a penzoloni, quello che mi ha permesso di scattare le foto senza che le vibrazioni interferissero su ciò che volevo ottenere.



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