giovedì 21 settembre 2017

Vulcano del Monte Busca - #ReportageFotografico

Glauco Silvestri
Nelle vicinanze di Forlì, tra le colline dell'area Tosco-Romagnola, è presente - sulla cima del Monte Busca - una Fontana Ardente che all'inizio del XVI secolo fu erroneamente definita come Vulcano. Da quel giorno il 'Vulcano del Monte Busca' è considerato il più piccolo vulcano italiano - forse europeo - ed un punto di ritrovo per i giovani del luogo, dove si fermano volentieri a fare delle chiacchiere, godere dello splendido panorama, e rimanere al calduccio della fiamma spontanea.

Il "Vulcano"

Ma com'è possibile che escano delle fiamme dal sottosuolo senza che ci sia nulla di ultraterreno?
A questo punto mi piacerebbe raccontare qualche legenda, qualche storia di spiriti, di demoni, o addirittura raccontare che si tratti della vera e propria porta che conduce dritto dritto all'Inferno, visto che la località in cui è situato si chiama per l'appunto 'Inferno', Ma non è così.

Burning Sky

Detta in soldoni, il 'vulcano' non è altro che un 'buco' nel suolo da cui fuoriesce metano, e che a contatto con l'aria si incendia spontaneamente. In pratica è una fiammella sempre accesa che arde in cima a questo colle, tra i campi coltivati della zona.
E' sicuramente affascinante, ma non si tratta di un fenomeno raro, tutt'altro, in Emilia Romagna - ma anche in Medio Oriente - e forse ovunque è noto siano presenti dei giacimenti sotterranei di gas metano, si possono trovare abbastanza facilmente. E in effetti qui, sul Monte Busca, per un breve periodo negli anni trenta, fu costruito un metanodotto che 'rubò' il gas alla fiamma eterna, per rifornire la macchina bellica italiana impegnata nella seconda guerra mondiale, spegnendola.

This must be the Place
I resti della struttura da cui partiva il metanodotto
Dopo la guerra, quando il metanodotto cadde in disuso, la fiamma si riaccese spontaneamente. Nessuno più si interessò della zona (n.d.r. In realtà alcune società petrolifere fecero qualche scavo per sondare il giacimento, ma fu considerato di scarso interesse e dalla fine degli anni settanta la fiamma è accesa e nessuno la disturba più), tanto che ormai è diventata una sorta di meta turistica, o per lo meno un luogo dove passare del tempo a godere della natura circostante.

Fiamma all'orizzonte
Alcuni ragazzi immortalati a distanza mentre osservano il vulcano
Come avrete intuito, il weekend scorso ho avuto l'occasione di andare a curiosare in quelle zone. Qui sopra avete osservato alcune delle foto scattate nella zona (n.d.r. Non molte). E' stata una bella escursione, anche se ci siamo un po' lasciati andare con i tempi, e alla fine abbiamo raggiunto il nostro obiettivo solamente a sera inoltrata e con il tramonto alle porte.

Se siete interessati a guardare anche il resto dell'album dedicato al vulcano, cliccate qui, e - come al solito - buona visione.




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domenica 10 settembre 2017

Immagini dalle Ferie (parte 6): Quel che resta del viaggio

Glauco Silvestri
Eccoci alla fine del viaggio in Norvegia. Come vi avevo preannunciato nei precedenti post, il rientro dai Fiordi ha visto uno stop in Germania, a Bremerhaven, e la definitiva discesa a terra in terra Olandese. 

Bremerhaven è una città portuale che profuma di nuovo. In effetti fu completamente rasa al suolo durante la seconda Guerra Mondiale, visto che era un punto strategico della marina tedesca e che non poteva essere ignorato dalle forze alleate. Per ciò le costruzioni sono tutte moderne, la sua struttura è ordinata e funzionale... manca il profumo della storia che si respira solitamente nelle città europee. 

Fontana dedicata ai navigatori

Gli elementi che richiamano in questo piccolo centro sono un museo dedicato al mare, all'immigrazione, ma soprattutto all'emigrazione post bellica verso gli Stati Uniti. Non mancano monumenti alla navigazione, è possibile visitare una ricostruzione 'funzionante' di un Drakkar Vichingo, di alcuni vecchi battelli a vapore, e... Qui potete osservare alcuni scatti ottenuti in questa curiosa cittadina.

L'Olanda è invece patria dei mulini a vento, e il villaggio di Zaanse Shans è un luogo 'costruito ad hoc' per ricordare come fosse questo paese nell'ottocento, durante il suo pieno sviluppo, e durante il suo espansionismo 'verso il mare'. I mulini venivano usati per tanti scopi, oltre che come macchine per macinare cibo e/o materiali da cui estrarre i pigmenti per le vernici. In particolare, erano usati per pompare via l'acqua di mare dalle terre che si volevano sfruttare. Ogni appezzamento di terra veniva 'asciugato' in circa due anni grazie a questi strumenti prodigiosi. Ovviamente - oggi - i terreni olandesi sono tenuti all'asciutto con l'ausilio di potenti pompe elettriche e i mulini sono divenuti un retaggio del passato, ma è comunque possibile visitarli, e vederli, per quanto ne siano rimasti pochi rispetto agli oltre 15000 (n.d.r. Se non ricordo male) che operavano due secoli fa.

Pale sopra l'acqua

In questa foto si possono vedere tre mulini in linea su una diga artificiale. Oggi il loro compito è solo didattico, ma nell'ottocento venivano davvero impiegati per impedire all'acqua di invadere i terreni alle loro spalle, che venivano coltivati, o usati per l'allevamento, ed erano preziosissimi perché estremamente fertili.
Una bella carrellata di foto di Zaanse Shans è visitabile cliccando qui, sul mio spazio Flickr dedicato a questo angolo di Olanda.

Mentre se siete curiosi di vedere cosa accade a un villaggio di pescatori quando il mare in cui lavoravano viene 'chiuso' per far sì che - a causa delle maree - vada ad allagare i terreni rubati con tanta fatica e usati per scopi umani, vi presento Volendam. Ovviamente quando il mare fu chiuso e perse ogni attrattiva dal punto di vista ittico, i pescatori andarono in crisi e si impoverirono. Ci fu lavoro per loro nei campi, o in fabbrica, ma questi non riuscirono mai ad adattarsi... Finché non scoprirono il turismo. E ai pescatori il turismo piacque tantissimo. Tanto che Volendam tornò a crescere. Oggi il suo porto raccoglie per lo più piccole imbarcazioni private e mezzi per far fare dei tour ai turisti. Le casette in riva al mare si sono trasformate in attrazioni turistiche e/o a negozietti caratteristici per attirare il denaro dei turisti. Una San Marino sull'acqua, in pratica, dove per scoprire i luoghi 'reali' in cui i pescatori vivevano e vivono tutt'ora, è necessario entrare in un dedalo di piccole stradine chiamato Il Labirinto, un posto incantevole dove - però - si rischia davvero di perdersi.

Villaggio 
Lampione e Bici

Le due foto che avete appena visto sono state scattate rispettivamente nella via commerciale e nel labirinto. Cliccando qui potete raggiungere il mio album fotografico dedicato a Volendam, che vi potrà offrire un maggiore approfondimento sul piccolo villaggio, e vi permetterà di dare un'occhiata a un mare chiuso, e ormai composto da acqua dolce.

Rimane da affrontare il tema della vita a bordo di una nave da crociera. Magari molti di voi sono dei crocieristi affermati, altri invece non hanno mai provato a fare una crociera, io ero alla prima esperienza, e ne avrei da dire tante. Diciamo che il primo impatto, quando una volta imbarcato ti trovi al ponte 9, al ristorante self service, per il primo pasto (pranzo) dopo una lunga attesa al terminal del porto, è traumatizzante. Poi si scopre che la nave è abbastanza grande da poter offrire spazio a volontà a tutti, e mano a mano che ognuno comprende ciò che preferisce a ciò che invece non desidera, la vita a bordo diventa piacevole. 

Costa Magica

I ponti dedicati al divertimento (n.d.r. Quelli coperti, visto il clima norvegese, nel nostro caso, erano tre) sono più che sufficienti per tutti, e sembra di essere in una piccola Las Vegas: tra negozi di lusso, bar di ogni tipo, piste da ballo, teatro, locali con pianoforte, luoghi dove poter chiacchierare, casinò, ristoranti, gelateria, internet point, biblioteca, e persino una cappella dove pregare... C'è da perdersi, credetemi. E in un modo o nell'altro, si finisce sempre di fronte al Ristorante Portofino... Era una sorta di assioma assoluto:
Tutte le strade portano al Ristorante Portofino.
Sul mio album flickr dedicato alla Costa Magica - qui - troverete foto dedicate alla nave, ma che probabilmente raccontano poco della mia esperienza personale. Quest'ultima è meglio rappresentata dall'album di fotografie che ho creato su Facebook, e che di giorno in giorno ho arricchito di immagini e video non dico in tempo reale, ma quasi, per creare una sorta di 'cronaca della vacanza'.
Lo potete guardare cliccando qui. L'ordine delle foto è... 'più o meno cronologico', Facebook fa un po' di confusione da questo punto di vista.

E con questo è davvero tutto. Settembre è quasi a metà del suo cammino, e pensare alle ferie estive comincia a darmi qualche problemuccio di nostalgia. 



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giovedì 7 settembre 2017

Immagini dalle Ferie (parte 5): #Stavanger #Norvegia

Glauco Silvestri
Come citare Stavanger e non parlare de 'Il Pulpito'? Eppure Stavanger offre molto di più di un pezzo di roccia che si affaccia su i fiordi da una altezza inaudita. 

Stiamo parlando di una città che è considerata la capitale del petrolio in Europa. Già! Perché la Norvegia era un paese piuttosto povero prima che venisse scoperto il petrolio nei suoi mari, e la sua economia è cambiata totalmente dopo la scoperta... E visto che le sue scorte non sono poi così ampie, si calcola un esaurimento dei pozzi entro il 2050, la Norvegia sta già pensando al 'dopo', e in Europa è forse la nazione che più si sta allontanando dai combustibili fossili. Nelle sue città - già da oggi - è premiato l'uso di auto elettriche e/o ibride (n.d.r. E ce ne sono moltissime), e in futuro (n.d.r. 2020/2024) sarà proprio vietato l'ingresso di veicoli che abbiano propulsori basati sui combustibili fossili. L'elettricità è prodotta sia da impianti eolici - e in mare se ne vedono davvero tanti (n.d.r. Li vedrete in un prossimo post) - sia da impianti idroelettrici (n.d.r. L'acqua non gli manca). In pratica estraggono e vendono petrolio, ma in casa cercano di sfruttare al massimo altre forme di energia, e di sviluppare questo campo di produzione energetica per poterla esportare, un giorno, agli altri paesi europei... Così da non rimanere al palo quando il loro petrolio si esaurirà, e non tornare a una economia di quasi sussistenza basata su Turismo, pesca, e l'allevamento.

Ma torniamo a ciò che sarebbe l'argomento principale, e torniamo alla fotografia.

Ho citato Il Pulpito, per cui partirò da lì anche se - in effetti - è l'ultima delle cose che ho visto a Stavanger. Dovete sapere che la città di Stavanger si affaccia su un fiordo davvero meraviglioso, il Lysenfjord. Le sue acque sono delimitate da pareti di roccia altissime che cadono a piombo sull'acqua. Ovviamente non mancano le cascate, e ogni tanto è visibile qualche isoletta, dove molti abitanti della città hanno costruito una casetta in cui recarsi durante le vacanze.

Rocce

Taglio Verticale

Case nascoste

Scampoli di pioggia

Il Pulpito

E tra queste rocce altissime, l'avrete notato nell'ultimo degli scatti qui sopra, sporge una sorta di gradino quadrato che sembra proprio un pulpito. Ovviamente può essere raggiunto anche a piedi, c'è una sorta di sentiero da seguire, e in circa 2 ore si può ammirare il fiordo da quel punto privilegiato. Ci si può sporgere e guardare giù senza remore, non ci sono protezioni, nulla... E' un pulpito e basta. E da lassù la vista deve essere spettacolare... Io però l'ho visto dal basso, per tanti motivi che non sto a spiegarvi, e non mi pento, perché vedere dal basso una cosa su cui tutti vogliono salire mi ha regalato il privilegio di avere un punto di vista differente rispetto a quello di chi è salito.

Il Pulpito

Sappiate inoltre che Il Pulpito è tagliato da una crepa nella roccia. Gli esperti dicono che è comunque solido e non ci sono pericoli, ma la tradizione norvegese afferma invece che un giorno esso cadrà nel fiordo, e l'onda che ne deriverà andrà a distruggere tutta Stavanger. Speriamo di no...

Nel frattempo, navigando nelle acque sottostanti al pulpito, ho avuto l'opportunità di assaggiare l'acqua di una cascata, di vedere un gruppo di capre che vivono isolate in un fazzoletto di terra fertile circoscritto dalle rocce, di vedere una grotta che era rifugio di briganti, e di godermi il fantastico clima dei fiordi norvegesi (n.d.r. Un attimo piove, un attimo c'è il sole, poi torna a piovere, poi c'è il sole...).

Catching the Water 

Capre sul Fiordo 

Grotta dei Briganti 

Ma come vi avevo anticipato, Stavanger è anche un centro abitato ricco di fascino e di vita. Come tutte le città sui fiordi norvegesi, la sua storia nasce vicino all'acqua, per cui la 'Vecchia Stavanger' non è nel centro dell'abitato, bensì sul suo confine, vicino al porto. Esso è costituito da un gruppo di case di legno, tutte in perfette condizioni, dove ancora ci abitano delle persone. E' una zona pedonale che spesso è invasa da turisti, ma per le strade si possono incontrare anche persone del luogo, magari con i bimbi, al parco, o in un pub, a bere qualcosa sedute a un tavolino mentre osservano l'orda di europei che scattano foto a ogni angolo.

Panorama sulla Città Vecchia

White House

Bandiera

Bandiera

E proseguendo lungo i confini delle acque, si può raggiungere una bella piazza, per noi era giorno di mercato, con una statua al suo centro, la cattedrale, e un laghetto invaso dai gabbiani.

Uomo + Statua + Gabbiano 

Organo

Love Is... 

Rabbia 

Il Porto

Non mancano, come potete vedere dalle immagini, i locali dove pranzare, o godersi un bel drink approfittando del bel tempo. Bisogna però stare attenti al portafoglio... Non che lo scippo sia sempre in agguato, ma per via dei prezzi: Il nostro pranzo, due hamburger con acqua, caffè e un calice di vino, ha totalizzato 720 NOK, che son quasi 72 euro.

E con questa bella notizia si chiude il viaggio in mezzo ai fiordi, ma non le mie vacanze, perché ci aspetta ancora uno scalo tecnico a Bremerhaven (n.d.r. In Germania; qui trovate qualche foto della cittadina portuale), e poi il rientro ad Amsterdam, da cui siamo poi decollati per l'Italia, ma non prima di aver fatto una breve gita nell'interno, a visitare qualche mulino, e a vedere un villaggio di ex-pescatori in un mare chiuso sul territorio olandese. Ma di tutto ciò parleremo nei prossimi giorni.

Se Stavanger vi ha incuriosito, qui potete trovare l'album completo, come al solito, grazie a Flickr.




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mercoledì 6 settembre 2017

Immagini dalle Ferie (parte 4): #Olden #Norvegia

Glauco Silvestri
La cittadina di Olden per certi versi non differisce molto da quella di Andalsnes. Piccole fattorie sparse in un terriorio più o meno fasto sui margini del fiordo. Pulizia ovunque, poca gente in giro (n.d.r. A parte i turisti), e tanta tranquillità.

Fattoria

Tetti in Erba

Chiesetta

Olden ha due chiese. Quella che potete ammirare qui sopra è la vecchia chiesa del paese, e in teoria avrebbe dovuto essere distrutta per i motivi di cui vi ho già parlato in passato. Ma anche in questo caso la chiesa venne risparmiata, e poco distante da essa, ne fu costruita una più grande, rossa, e appariscente perché... Ancorata al suolo con dei tiranti. Sfortunatamente non ho foto decenti di quest'ultima chiesa, per cui fidatevi quando vi dico che, la chiesa rossa, fu fissata al suolo perché - essendo priva di fondamenta come tutte le chiese nei fiordi norvegesi - un giorno piuttosto ventoso questa si mosse, durante una messa e piena di gente, di diversi centimetri dalla sua posizione originale...

Ma olden è famosa soprattutto per i suoi laghi, limpidi e calmi come quello qui sotto rappresentato.

Lago Floen

Ed è famosa per il ghiacciaio che si vede in lontananza, il Briksdal, di cui siamo andati a vedere un lembo (n.d.r. Che termina in un laghetto, il Briksdalsbrevatnet, il quale alimenta un torrente impetuoso che vedrete ritratto nelle foto che seguono). Sfortunatamente anche questo ghiacciaio ha sofferto molto per i cambiamenti climatici, per cui non ci è stato possibile toccare con mano le sue nevi, ma ci siamo andati molto vicino.
Per raggiungerlo è però necessario fare una passeggiata di circa un'ora attraverso un parco naturale protetto davvero affascinante.

Water

Acque Selvagge

Falling

Durante il percorso sono ovviamente immancabili le capre, e le casette con il tetto ricoperto d'erba.

Erba sui tetti
Pasteggiando

E già in questi scatti si intravede il ghiacciaio, che qui di seguito potrete osservare in tutta la sua magnificenza.

Ghiacciaio Briksdal

Per osservare altri scatti di questa bellissima escursione, e della tranquillità di Olden, potete cliccare qui, sull'album completo presente nel mio spazio Flickr.



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lunedì 4 settembre 2017

Immagini dalle Ferie (parte 3): #Andalsnes #Norvegia

Glauco Silvestri
Andalsnes è un altro ridente paesino nascosto tra i fiordi di Norvegia. In questo caso siamo scesi a terra senza aver organizzato escursioni particolari nell'entroterra perché... Perché era il 16 di agosto, e volevamo prendercela comoda per riprenderci dai bagordi della festa di ferragosto, a bordo della nave, avvenuta la sera prima.

Paesino tipico con le casette in legno nella zona vecchia, e casette più normali in cemento e mattoni nella zona più moderna. Paesino che sembra deserto dalle foto, e in effetti c'era davvero poca gente in giro... Chissà! Saranno fuggiti tutti al veder sopraggiungere la Costa Magica. Tremila turisti in un sol botto fanno paura, ve l'assicuro. E se contate che al nostro arrivo in porto era già ormeggiata un'altra nave da crociera...

Il Fiordo di Andalsnes

Visto che c'è poco da raccontare per questa tappa del nostro viaggio, vi voglio raccontare qualcosa che dovrebbe rispondere a una vostra silente curiosità: Perché nelle foto si vedono sia casette bianche, sia casette colorate?

Fattoria

Ebbene è una questione di ricchezza della famiglia. Il colore bianco, in Norvegia, era un colore molto difficile da ottenere, e per ciò era molto costoso. Chi non poteva permetterselo colorava la propria casa di un altro colore. Veniva scelto solitamente il colore di maggior costo che la famiglia poteva permettersi, così da mostrare quanto benestanti si era. E ovviamente c'era pure chi faceva il furbo, e dipingeva di bianco la facciata della casa, e di un altro colore tutte le altre facciate.

House and flowers

Bianco e Blu

Window

Altre immagini dedicate ad Andalsnes le potete trovare, come al solito, cliccando qui, sul mio album Flickr dedicato a questa cittadina.




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domenica 3 settembre 2017

Immagini dalle Ferie (parte 2): #Geiranger #Norvegia

Glauco Silvestri
Geiranger è uno dei classici paesini presenti sui fiordi norvegesi. Un paio di migliaia di abitanti (n.d.r. La maggior parte dei quali abbandona il luogo nei mesi invernali per evitare di rimanere isolati, visto che quelle zone si coprono con 10/15 metri di neve) che vivevano un tempo di pesca, di agricoltura, e di allevamento di capre, mentre oggi si occupano per lo più di turismo. Si narra che la Norvegia scoprì il turismo quasi per caso, quando una nave di benestanti inglesi attraccò improvvisamente in uno di questi villaggi per curiosità. Era la fine dell'ottocento... E da quel giorno l'economia di questi piccoli centri abitati cambiò in meglio, molto in meglio.

Geiranger

Geiranger è nota per le alte vette, che si raggiungono con una strada ripidissima con 11 tornanti da brivido, e per le sue cascate meravigliose. Parleremo di queste ultime alla fine di questo articolo, perché per prima cosa, ci arrampicheremo fino a 1500 d'altezza, e guarderemo in giù verso il fiordo. Ricordiamoci che geograficamente siamo all'altezza del Canada, per cui 1500 metri di quota in Norvegia corrispondono ad altitudini superiori ai 2000 metri sulle nostre alpi.
In cima fa freddo, molto freddo, e l'ambiente è composto da erba e sassi... mica tanto altro! Pensate che a giugno ci si può trovare ancora uno scampolo di neve. Noi però abbiamo trovato solo vento... e una vista mozzafiato.

Veduta tra i monti
Kummel norvegesi
Verde rigoglioso

Poco più in basso c'è un lago di origine glaciale. Per molto tempo è pressoché tutto ghiacciato, e diventa liquido proprio soltanto nei mesi più caldi dell'anno. Per cui noi lo abbiamo beccato bello fluido, e agitato. Si chiama Djupvant, se riuscite a pronunciarlo.

Onde in bianco e nero
Turisti

La particolarità di questo luogo è che se in cima ai monti è freddo e la neve arriva in quantità, sulla riva del fiordo è difficile, anche nei mesi invernali, che si vada sotto lo zero. Il trucco sta nelle acque del fiordo, che sono abbastanza calde per via dell'influenza della corrente nel golfo. Ed è per questo motivo che i residenti si muovono più volentieri su barca, piuttosto che via terra... E la strada che vi dicevo, quella degli 11 tornanti, fu realizzata soprattutto per le necessità dei turisti, e non della popolazione locale.

Ma torniamo alle cascate. Nei fiordi ce ne sono tante, tantissime, e sono tutte alimentate dai ghiacciai che nei mesi caldi si sciolgono piano piano e rilasciano l'acqua in modo davvero spettacolare. Qui a Geiranger ci sono due cascate molto famose, si affacciano l'una all'altra in una zona stretta del fiordo, e a esse è dedicata una sorta di leggenda. Le cascate sono conosciute rispettivamente come Le Sette Vergini e Il Pretendente.

Le "Sette Vergini"
Il "Pretendente"

Si narra che in tempi passati nel villaggio di Geiranger vivessero sette sorelle una più bella dell'altra, e tutte vergini. Il figlio del capo locale, innamoratosi di esse, chiese in sposa la sorella più bella in assoluto delle sette, ma questa - nonostante il pretendente fosse di alto lignaggio, e si dice pure parecchio bello - rifiutò l'offerta. Mestamente il figlio tentò con la 'seconda in classifica' che di offese per essere una seconda scelta, e anche lei rifiutò. Ciò accadde anche per la terza, e via via fino alla settima. Il Pretendente rimase quindi solo per il resto dei suoi giorni, e si diede all'alcool (n.d.r. E la cascata a lui dedicata disegna sulla roccia proprio la sagoma di una bottiglia), mentre le Sette Vergini rimasero sole per il resto dei loro giorni. 
Esiste, poco lontano dalle due cascate, una terza 'effimera' cascata chiamata Il Velo della Sposa, che si può ammirare solo in condizioni atmosferiche particolari, e la cui acqua è talmente nebulizzata da sembrare un sottilissimo velo... Tanto impalpabile quanto quello di Sette Vergini che non vollero sposare il loro Pretendente. 

Ma non finisce qui. Sempre vicino a queste cascate si può ammirare, arroccata tra le rocce, una fattoria. Si narra che il contadino che la costruì scelse una posizione tanto impervia per evitare di essere raggiunto dagli emissari del fisco. 

Fattoria Arroccata sul Fiordo

Sembra che ancora oggi la famiglia che vive lassù sia la più ricca della zona... Chissà perché!

E infine, se vi domandate il motivo per cui cresce l'erba sui tetti delle case, sappiate che è una cosa voluta, perché sin dai tempi antichi, per isolare meglio le case dal freddo esterno, i norvegesi coprivano i tetti con la terra del luogo, e vi lasciavano crescere persino le piante, avendone cura, e facendo sì che esse diventassero belle rigogliose. Non è un caso, ci ha raccontato la guida, che in primavera, al disgelo, si notino più persone sui tetti delle case che nei campi... Impegnati a tagliare l'erba.

E con questo è tutto, per lo meno per questo secondo capitolo dedicato alle fotografie delle ferie. Potete guardare il resto dell'album dedicato a Geiranger cliccando qui, su Flickr.




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