mercoledì 29 giugno 2016

L'incipit - #Corso #Scrittura

Glauco Silvestri
Non ricordo più chi fu a dire che: 'un romanzo è composto da un inizio, uno svolgimento, e una fine. Non necessariamente in questo ordine'
In effetti non è importante chi abbia pronunciato questa frase per primo, l'importante è che essa sia una assoluta verità. Se amate leggere, di sicuro vi sarete resi conto che tutti i romanzi, persino i racconti, rispondono a questo assioma assoluto.
Non c'è molto da aggiungere in tutto ciò, se non che la parte più importante di un romanzo, è l'incipit.
L'incipit, ovvero l'inizio del romanzo, è l'amo che cattura il pesce, ovvero ciò che conquista il lettore quando comincia a leggere il libro.
Se l'incipit non funziona, allora il romanzo dovrà fronteggiare un lettore dubbioso, non colpito da primo amore, e potrebbe anche rischiare di essere abbandonato prima di giungere alla sua conclusione. E' quindi importante riuscire sin da subito nell'impresa difficile di catturare l'attenzione del lettore.

Ma come si fa? E' un bel mistero! Anche perché i lettori non sono tutti uguali. C'è chi ama essere preso per il collo, e chi invece preferisce una partenza lenta e tranquillizzante. C'è chi vuole essere buttato nel bel mezzo della storia, e chi invece preferisce ambientarsi un pochino alla volta. Per cui, scrivere un buon incipit, è forse più difficile che scrivere l'intero romanzo. Non dico che dobbiate perderci notti su notti, ma neppure che iniziate il vostro lavoro con la prima frase che vi capita.

Note: A questo indirizzo potete trovare moltissimi incipit di romanzi famosi.

Il mio primo romanzo lo cominciai mettendo a confronto padre e figlio. Il figlio doveva compiere un'impresa che lo avrebbe fatto divenire un adulto agl'occhi dell'intera tribù. Impresa che - il lettore in quel momento ancora non lo sa - verrà dimenticata in fretta per via di una scoperta inquietante, e di un pericolo mortale per tutta quanta la sua razza. Il dialogo è stringato. Il figlio ha paura, e allo stesso tempo vuole dimostrare il suo valore. Il padre anch'egli è spaventato, teme che il figlio non ce la faccia, che non ritorni più, e allo stesso tempo è fiero di lui e del suo vigore. I due, per certi versi si confidano, per altri mentono sia a sé stessi, sia all'altro.
In un altro romanzo ho invece preferito un incipit più crudo, buttando il lettore in una situazione di pericolo. Una ragazza appena uscita da una festa tra amici si sente braccata, scappa, non trova nessuno a cui chiedere aiuto, inciampa e cade a terra. Ovviamente era braccata, e altrettanto ovviamente non vedrà la luce del sole.

Note: A questo indirizzo potete leggere la prima pagina di tutti i miei ebook.

Se il primo romanzo ha un avvio più lento, rispetto all'altro che ho citato, è per il fatto che solitamente sono portato a dare all'incipit il ritmo, o l'emotività, che poi vorrei trasmettere nella lettura del romanzo stesso. Il thriller, di  conseguenza, inizia in modo più crudo, aggressivo, veloce. Il romanzo di fantascienza è invece più ponderato e riflessivo.
L'incipit, a mio parere, deve mostrare al lettore cosa incontrerà nelle pagine successive.
Non lo deve fare solo introducendo la vicenda narrata, ma anche mostrandone lo stile narrativo, e l'emotività che l'autore vuole suggerire nella lettura. In pratica, l'incipit è una introduzione a tutto tondo. Introduce alla storia. Introduce allo stile narrativo. Introduce al tipo di emozioni che il libro vuole regalare. Introduce il lettore nell'ambientazione scelta dall'autore. Introduce inoltre allo stile narrativo dell'autore.
L'incipit è la carta di identità del romanzo.
Un incipit sbagliato è un mezzo fallimento del romanzo. Ma non abbiate troppa paura di sbagliare perché, come già vi ho detto, i lettori non sono tutti uguali, e ciò che non piace a uno, potrebbe piacere ad altri dieci. L'importante che abbiate cura di questo elemento, e che non lasciate al caso la sua forma.

Quanto deve essere lungo un incipit? Alcuni - molti - pensano che l'incipit debba essere circoscritto alle prime righe del romanzo. Diciamo tre, quattro, massimo cinque righe. Io sostengo che l'incipit vada esteso alla prima pagina in toto, prima e seconda, volendo, senza però esagerare troppo. Concedo più prolissità all'incipit per il motivo che non credo nel valore assoluto di una singola frase, credo invece fermamente che sia il contesto a conquistare il lettore. Per quanto una frase sia bella, se poi la successiva è scialba, la narrazione del testo finisce per perdere subito mordente. Se la prima pagina è bella, il lettore si rende conto anche delle capacità narrative dell'autore, e di conseguenza si sentirà più invogliato a proseguire.
Non c'è una regola assoluta su come fare un incipit di buona qualità.
Credo fermamente che ogni autore debba trovare la propria strada, e sono altrettanto convinto che col passare del tempo, con la maturazione, i buoni incipit vengono da soli, e il nervosismo della prima battuta sul foglio andrà a scemare mano a mano che l'autore prenderà confidenza con sé stesso, con il suo scopo, con il suo stile narrativo. Credo poi che si debba sperimentare, che non si debba focalizzare ogni energia su un metodo che si è visto funzionare. Più padronanza dei vari stili si possiede, meglio si riesce ad affrontare ogni situazione narrativa. E' una regola generale che funziona in ogni disciplina, e probabilmente, nella vita stessa.

Fate esercizio, magari, scrivendo racconti brevi. A volte un racconto breve potrebbe addirittura divenire l'incipit di una storia più lunga, se non addirittura di un vero e proprio romanzo.



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About the Author

Glauco Silvestri / Author & Editor

Vivo a Bologna. Vivo per le mie passioni. Scrivo, leggo, amo camminare. Adoro il cinema, amo tantissimo le montagne. Sono cresciuto a suon di cartoni di Go Nagai e Miyazaki.
Mi guadagno da vivere grazie all'elettronica. Lavoro nella domotica, e nell'illuminazione d'emergenza, per una grossa azienda italiana. Ci occupiamo di sicurezza, salute, emergenza... ma anche di energia pulita. Il mio sogno sarebbe vivere grazie ai miei libri, ai miei disegni, alle mie fotografie... Ma onestamente, suppongo di essere più bravo nel mio attuale lavoro. Ciò non significa che io rinunci a provare, tutt'altro, faccio di tutto per migliorare, crescere, ottenere il meglio che posso nei miei lavori, che siano racconti, digital painting, fotografie...
Ovviamente, oltre a ciò, sono anche un blogger, ma se state leggendo questa breve nota, vuol dire che già lo sapete.

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