mercoledì 30 marzo 2016

Come Fotografare i Paesaggi (parte 2): Paesaggi Urbani - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Dopo aver introdotto l'argomento relativo ai paesaggi nella scorsa lezione, oggi andiamo nel dettaglio e proviamo ad affrontare la Street Photography, e i Paesaggi Urbani. Le città sono molto affascinanti e offrono moltissimi spunti per la fotografia artistica, sia essa architettonica, sia essa proiettata verso la società umana.
Per ottenere risultati interessanti è però necessario un certo addestramento.
Bisogna imparare a osservare, non basta guardare. 
Ogni componente delle immagini che si desidera riprodurre ha degli elementi che focalizzano l'attenzione ed è su questi ultimi che bisogna concentrarsi, per evitare di disperdere gli sforzi in scatti che, una volta stampati su carta, risultano insignificanti.

Partiamo dalle basi. 

Ferrara: Palazzo dei diamanti. Si tratta di una costruzione storica, con una bellissima corte interna, e sede attuale di un museo molto attivo. Il palazzo è soprattutto noto per la sua struttura, per i muri che lo definiscono, che - per l'appunto - assomigliano a diamanti. E' difficile fotografare l'intero palazzo. Il grand'angolo lo distorcerebbe, il teleobiettivo non potrebbe catturarlo tutto. Non ci si può allontanare perché la strada è stretta... E non possiamo permetterci neppure un obiettivo Tilt-Shift.
Se andate poi a vedere i dati EXIF, scoprirete che neppure avevo a disposizione la mia reflex. Lo scatto è stato fatto con uno smartphone, ma ciò non va a inificiare l'effetto.
L'inquadratura, come si nota, è concentrata sul dettaglio principale del palazzo, ovvero dalla struttura che ricorda i diamanti, il suo muro singolare e forse unico al mondo. La foto funziona per via della ripetizione delle figure piramidali, dalla tridimensionalità, e dalla prospettiva che fornisce all'occhio dell'osservatore, ove delle linee guida lo conducono fin'oltre l'orizzonte dell'immagine.
Il dettaglio diventa quindi fondamentale.
Ricordiamoci inoltre che il tessuto urbano nasce dalla necessità di mantenere attive le comunità umane. Per cui è di sicuro l'elemento umano quello più efficace per rappresentare il tessuto urbano.


Qui sopra è rappresentata la scalinata in marmo di San Petronio, in Piazza Maggiore, a Bologna. E' uno scorcio della piazza principale della città. Ci sono molti elementi fondamentali, dalla torre con l'orologio del palazzo comunale, ai marmi appena restaurati della basilica petroniana.
La foto è però resa più viva e invitante dal fattore umano. 
In primo piano troviamo una coppia che si rilassa osservando il via vai di fronte a sé, e proprio a lato della scalinata, ombre indistinte si muovono tra i due soggetti architettonici che ci interessano, aiutando così l'osservatore a muoversi verso ciò che desideriamo.

E' possibile inoltre giocare col tessuto urbano animale. Dare all'immagine un osservatore privilegiato, che dall'interno della foto guarda la città. E' il caso dello scatto qui a fianco, ottenuto in Piazza del Campo, a Siena.
La piazza, che dovrebbe essere il nostro soggetto, in realtà appare fuori fuoco, e funge da sfondo. Il nostro osservatore privilegiato è il piccione, che in questo caso è perfettamente a fuoco. Dettaglio fortuito, è l'uomo in piedi proprio di fronte al piccione, sembra avere una fotocamera in mano, e apprestarsi a scattare una foto, proprio al nostro osservatore privilegiato.

Usiamo i filtri. Specie quando ci troviamo in un punto d'osservazione elevato. 
La foto che segue è stata scattata dalla torre dell'orologio di Lucca. Il filtro Polarizzatore è stato d'obbligo per eliminare la foschia, non troppo però, altrimenti il blu dominante oltre la città sarebbe scomparso. E' ovvio che il contrasto ha fatto la sua parte, e la città è in ombra, quasi attendesse il tramonto, e il sopraggiungere della notte.


Contentratevi sui dettagli, costruite l'inquadratura con attenzione, non scattare a casaccio. Non smetterò mai di ripeterlo. Ogni cosa deve essere al suo posto. Come nella foto che segue, dove è rappresentata la Mole Antonelliana (Torino). Domandatevi: La foto avrebbe la stessa efficacia se non ci fosse l'insegna a guidare lo sguardo verso la cima della torre?


E per concludere, cercate punti di vista creativi. Come avviene a Venezia, nello scatto che segue. Siamo in uno dei tanti canali, un piccolo ponticello pedonale è proiettato sullo specchio applicato a un muro. E' uno di quegli specchi usati per guidare il traffico navale quando ci sono angoli ciechi, per evitare che i motoscafi veneziani vadano a scontrarsi tra loro nei labirintici canali della laguna. In questo caso, però, ecco che abbiamo immortalato delle persone che attraversano il ponte, in modo originale.


Note Pratiche: Non dimenticate mai l'elemento umano, e allo stesso tempo non dimenticate mai che certe persone non amano essere fotografate da estranei. Siate sempre discreti, nell'eventualità chiedete il permesso. Soprattutto cercate di inquadrare la quotidianità, e di non fare foto in posa in stile 'ritratto di famiglia'.

Per osservare qualche foto di Paesaggio Urbano posso indirizzarvi al mio album su Flickr, o sul sito di Vivian Maier, una vera regina in quest'arte.



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mercoledì 23 marzo 2016

Come Fotografare i Paesaggi (parte 1): Introduzione - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Quante volte, osservando una foto scattata per immortalare un paesaggio, siete rimasti delusi del risultato? Immagino spesso. Il fatto è che quando rimaniamo ammaliati da un bel paesaggio, il nostro occhio registra molte più informazioni rispetto a quelle che possono essere incamerate in una immagine bidimensionale.
Il problema principale è che i paesaggi non hanno un confine, né una cornice.
La fotografia, invece, ha dei limiti fisici, e questi limiti spezzano il paesaggio in modo drammatico, al punto da togliere all'immagine tutta la magia che vi avevamo notato a occhio nudo. 
E' impensabile credere di poter riportare interamente questa magia in una singola foto, anche se questa è una panoramica. 
Il trucco sta nell'identificare quali dettagli rendono viva quella magia, e fotografare quei dettagli.
L'obiettivo da utilizzare è... No, non è un grand'angolo. Meglio un'ottica intermedia, un 35 mm, o il 50mm che abbiamo già visto, o anche il pancake da 24mm (n.d.r. Che un po' grandangolo lo è, ma considerando il fattore di crop, diventa un'ottica normale). Si può prendere in considerazione anche uno zoom. Non è necessario andare sui teleobiettivi spinti, è sufficiente un 18-135mm per coprire ogni esigenza di questa tipologia di scatti, sempre ricordando che questi obiettivi perdono in luminosità rispetto alle focali fisse.
Ciò che più conta, comunque, è la capacità di ritagliare dal contesto i dettagli più significativi, e non l'obiettivo montato sulla fotocamera.
L'inquadratura è fondamentale. Abbiamo affrontato questo argomento diverso tempo fa ma è proprio in questo tipo di fotografie che dobbiamo applicare quanto imparato. Dobbiamo ricordare che chi guarda le foto potrebbe non aver mai visto il luogo che esse rappresentano, per cui dobbiamo improvvisarci come 'guide turistiche', e dare agli occhi dell'osservatore dei punti di riferimento.

Ricordate il triangolo? La foto qui accanto lo sfrutta per condurre gli occhi dell'osservatore verso la laguna veneziana. La prua della gondola, nell'angolo in basso a sinistra è probabilmente il primo dettaglio che viene notato. Il contrasto tra la foschia e i colori pieni del telo azzurro attirano l'attenzione dello sguardo. 
Seguendo la barca si nota che la balaustra sulla destra converge, assieme alla nostra gondola, e a diversi pali d'ormeggio, verso un gondoliere vestito di bianco, che lentamente si sta allontanando dal nostro punto di fuoco. La gondola di quest'ultimo punta verso il campanile all'orizzonte... E il gioco è fatto, il paesaggio è costruito e interpretato correttamente anche dall'osservatore della foto.
Il colore è una chiave importante nei paesaggi. 
Il Colore delimita i contorni, e focalizza l'attenzione dell'osservatore. A volte sono proprio i colori a rendere un paesaggio unico nel suo genere, e in quei casi, è sufficiente immortalare quei dettagli, per risvegliare il ricordo del luogo. Anche chi non ha mai visto il luogo, rimarrà comunque affascinato dai dettagli, e magari vorrà approfondire l'esperienza cercando altre foto del luogo.
Le nuvole, un cielo carico d'azzurro, una costruzione ormai in disuso, una scritta che sa di atmosfera d'altri tempi, questi sono i dettagli su cui l'attenzione si focalizza. E in lontananza? I monti coperti da nubi nere che promettono solamente tempesta.

Nel caso di fotografie a paesaggi semplici, un tramonto, o una radura, è necessario ricordarsi che l'occhio della fotocamera non è come il nostro, e che ha dei limiti. Ciò costringe il fotografo a compiere delle scelte, e se proprio non vuole concentrarsi su un singolo dettaglio, allora è bene pensare a enfatizzare la cornice che la fotografia impone all'immagine.
Usate la natura per costruire una cornice al vostro scatto.
Ciò rende profondità a una immagine che altrimenti farebbe fatica a fornire una idea di tridimensionalità. Come nella foto a fianco, dove i rami creano una continuità all'immagine, che altrimenti apparirebbe piuttosto debole e poco significativa.
In questo caso lavorare sul contrasto è importante. Essendo una foto contro sole è la natura stessa che ci viene in aiuto, ma è sufficiente sovraesporre di mezzo stop per essere sicuri che ci sia un distinguo netto tra ciò che avviene all'orizzonte, ovvero il tramonto, e ciò che è in primo piano - che vogliamo appaia solo stilizzato, e non definito come se fosse il nostro soggetto.



E sempre giocando sul colore, si può delineare un luogo anche con i chiaro-scuri. Di notte, in particolare, non sono solo le luci a catturare l'attenzione e a rendere interessante un'immagine, anche le ombre servono allo scopo. E così il soggetto può anche diventare difficile da identificare. Può apparire come una semplice sagoma, per quanto si trovi in un punto illuminato.
In questi casi è definito lo sfondo, ed è persino riconoscibile. Ma il nostro soggetto, la donna in attesa sul confine dell'immagine, in primo piano, è quasi solamente una silhouette. Però è lei che attira lo sguardo e che si imprime nella memoria.

Gli elementi che si ripetono hanno un grande fascino, credetemi. Una fila di ombrelloni in riva a un lago, se ben fotografati, possono spingere l'osservatore a desiderare di essere in quel luogo a prendere il sole.


Se poi la fila di oggetti che si ripetono conduce a qualcos'altro, tipo a un pontile, o alla linea di congiunzione tra una collina alle spalle del lago, e l'acqua, l'effetto diventa dirompente.

Mettete sempre qualcosa in primo piano.
 Osservando le foto qui sopra potrete notare che c'è sempre un soggetto dominante, da cui l'immagine parte, e poi si sviluppa in profondità seguendo linee guida che convergono, o che si fondono con l'orizzonte.

Non dimenticate, inoltre, che potete usare un filtro. 
Il filtro Polarizzatore attenua l'umidità nell'aria, ed elimina la foschia. Il filtro ND riduce la luminosità, consentendo di allungare i tempi, e di ottenere un effetto mosso (che siano nuvole, o l'acqua di un ruscello, o quello che preferite) senza che l'immagine risulti sovraesposta.

Immagino, però, di non avervi convinto sul fatto che il grand'angolo sia una scelta errata per fotografare i paesaggi. Di sicuro la larghezza focale permette di fotografare un'area più ampia rispetto agli obiettivi che vi ho segnalato. 
Uno Samyang 14mm F/2.8
In certe situazioni, avere un 14mm montato sulla fotocamera permette di catturare un assieme davvero imponente e memorabile... Però la foto ottenuta sarà distorta, curva, arrotondata. 
L'effetto fish-eye è dietro l'angolo che attende.
Si tratta di un effetto piacevole se lo si utilizza di rado, ma a lungo andare stanca, rende tutte le immagini uguali tra loro, e soprattutto non permette di concentrarsi sui dettagli, di comprendere il messaggio, di vedere come il fotografo ha visto il paesaggio originale. 
Si perde l'opportunità di guidare con mano l'osservatore, di mostrargli cos'era bello da vedere, e di contro si ottiene una roba tonda che non stupisce più nessuno.

Un obiettivo Tilt Shift
Si può ovviare all'inconveniente con un obiettivo tilt-shift, ma si tratta di un'ottica molto costosa perché permette di decentrare il punto di fuoco, e di basculare sul loro asse. E' un'ottica molto sofisticata e non proprio alla portata di tutti.

Molto meglio seguire la strada della Foto Panoramica. C'è da lavorare un pochino di più, ma il risultato finale è sicuramente più efficace.

A differenza delle fotocamere compatte, e dei cellulari, è raro che le reflex offrano questa opzione tra i vari metodi di scatto automatico. E' il fotografo che deve costruire l'immagine, scattando diverse foto una di seguito all'altra, facendo attenzione che in ognuna sia presente qualcosa della precedente così che il software di montaggio possa capire dove e come agganciare le varie foto.

Per ottenere una bella panoramica è consigliabile l'uso di un cavalletto, ma se c'è abbastanza luce, e si è bravi nello stare fermi e stabili, pur ruotando lentamente da sinistra a destra (n.d.r. o viceversa) per coprire l'area che si vuole immortalare, si può riuscire a fare una bella panoramica anche a mano libera.


Ecco come fare:
  • Impostate l'obiettivo sui 35mm, o sui 50mm. Non andate sotto i 35mm per evitare che il fotogramma cominci a distorcere per l'effetto fish-eye.
  • Scegliere una posizione comoda, ben salda sul terreno, con la postura corretta in modo tale da avere il miglior equilibrio possibile.
  • Scattare le foto partendo da un lato, e ruotando il busto - solo quello - nella direzione desiderata. Ricordatevi di lasciare qualche elemento di confine, in ogni foto, comune con quella che la precede, e che la segue.
  • Una volta tornati a casa, ricomporre i fotogrammi con il programma fornito in bundle con la vostra reflex (n.d.r. Per la Canon è Photostitch). 
 Tutto qui. L'effetto ottenuto è di sicuro impatto, e il campo visivo catturato in questo modo sarà di sicuro più ampio di quello che un qualsiasi grand'angolo possa mai ottenere.

Ricapitolando: Un soggetto in primo piano, elementi ripetitivi, colori accesi, ombre, linee guida convergenti, (o dirette verso lo sfondo) per guidare lo sguardo, e... Non dimenticate di utilizzare i filtri ND e Polarizzatore.

Note Pratiche: Come in ogni altra occasione, è bene studiare anche gli scatti di altri fotografi, imparare, comprendere il loro metodo, e capire se da esso si può trarre qualche insegnamento. Un punto di partenza possono essere i miei Album su Flickr dedicati ai paesaggi (Naturali e Urbani). Sono in costante aggiornamento, e possono essere di spunto per trovare il proprio percorso.


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mercoledì 16 marzo 2016

Come Fotografare gli Animali - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Fotografare un animale non è molto differente dal fotografare un essere umano. Per certi versi, è sempre di fotoritratti che si parla, però ci sono dei distinguo che non possono essere presi sotto gamba, per cui cercherò di concentrarmi proprio su questi.

Come nel caso della fotografia a un essere umano, anche in questo caso la fotografia a un animale può avvenire in due modi:
  • Il primo piano;
  • Il ritratto a corpo intero.
L'obiettivo ideale, in questo caso, è il teleobiettivo. Gli animali accettano di rado la presenza dell'uomo, ne vengono disturbati. Il loro comportamento può mutare nel caso si accorgano di essere sottoposti all'attenzione di un fotografo. Possono allontanarsi, possono diventare aggressivi, possono interrompere l'attività che svolgevano, rovinando lo scatto che vi stavate apprestando a fare. 
Per questo motivo un teleobiettivo è l'ottica migliore per immortalare un animale, e visto che bisogna guardare da lontano, la luminosità diventa anche in questo caso un fattore importante.
Le ottiche fisse solitamente hanno prestazioni migliori, ma sono costose se si rimane fedeli al marchio originale. Ci sono ottime lenti a focale fissa e prezzi contenuti, come il 500mm della Samyang, che offrono ottime prestazioni pagando però lo scotto di dover lavorare completamente in manuale. Oppure si può optare per uno zoom. In questo caso è possibile trovare ottime ottiche stabilizzate a prezzi più che onesti, come il 55-250mm della Canon

Diciamo che il secondo obiettivo citato è ottimo per il fotografo naturalista occasionale. Il professionista opterà per un'ottica più performante, e magari l'accompagnerà con accessori consoni al suo scopo.
Le migliori foto ad animali si ottengono studiando il comportamento del soggetto che si vuole immortalare.
Ci vuole pazienza, costanza, e un punto di osservazione privilegiato. E magari si potrebbe persino pensare a un camuffamento. Esistono in commercio dei teli costruiti appositamente per proteggere la fotocamera dalla pioggia, sono molto pratici, e allo stesso tempo necessari, visto che in questi casi bisogna piazzare la fotocamera su un cavalletto, e attendere - anche per lungo tempo, e all'aperto - che il soggetto si presenti esattamente dove vuole il fotografo.


Ma passiamo alla pratica, che è quanto più conta in questo momento.

Il primo piano è sempre efficace. 
Però dipende anche da cosa stiamo fotografando, e come lo stiamo fotografando. Vale anche in questo caso la regola del 'fare qualcosa'. 

Nella foto qui a fianco sono immortalate due piccole rondinelle nel nido. Non sono ancora in grado di volare, e la loro madre sta facendo avanti e indietro per portare loro il cibo che reclamano a gran voce.
I piccoli spuntano fuori dal nido con i musetti, il loro sguardo è pieno di curiosità verso ciò che li circonda. Visto che la madre non è presente, possono concedersi un attimo per guardare quello strano tipo che gli punta contro una macchina fotografica e... click!
Immagini di questo tipo non sono facili da ottenere, per cui è conveniente utilizzare lo scatto a raffica e scegliere in un secondo momento l'immagine che meglio trasmette il messaggio.

Vale la pena anche allargare lo sguardo, e tentare un approccio differente. 
Tutti quanti conosciamo gli elefanti, e un primo piano al volto dell'animale potrebbe non suscitare le emozioni che vogliamo trasmettere. Per quanto sia un essere possente, è difficile che qualcuno si stupisca nel vedere una foto in primo piano di un pachiderma. Meglio cercare un'altra strada, meglio tentare con un messaggio differente, magari carico di humor, e visto con occhi diversi. 
Prenderlo di spalle, in compagnia, mentre scodinzola, può catturare l'interesse di chi osserva le foto, e magari indurlo a soffermarsi sull'immagine più dei soliti quattro o cinque secondi.

Se poi si vuole immortalare un insetto, allora bisogna pensare alla macro fotografia. 
Ne abbiamo già parlato in passato, ci vuole dell'attrezzatura di tutto rispetto per poter ottenere risultati apprezzabili, ma la natura è in grado di offrire occasioni interessanti anche al fotografo occasionale. 
Gli insetti, da questo punto di vista, sono in grado di regalare vere e proprie emozioni. A volte sono sfuggenti: Si posano su una foglia, tu inquadri, e loro volano via indispettiti. Altre volte sembrano volersi far fotografare: Si posano e si mettono in attesa, e non volano via neppure se ti avvicini più che puoi per ottenere una foto macro con l'obiettivo standard montato sulla reflex.

E ancora una volta lo scatto a raffica può venire utile. Specie per immortalare gli insetti in volo, come avviene nella foto sottostante.


E' inutile sottolineare che l'utilizzo di ottiche con distanze focali elevate offre un effetto Bokeh davvero notevole.

L'uso di flash wireless potrebbe diventare interessante, per quanto il suo uso sia possibile solamente con una certa predeterminazione. E' evidente che il fotografo naturalista occasionale non avrà mai l'opportunità di piazzare preventivamente una luce ausiliaria nell'area ove si prevede di fare uno scatto. Però in fotografia vale la regola del Mai dire Mai
In alcune situazioni si potrebbe avere tutto il tempo di piazzare il flash, mirare sul soggetto, e ottenere uno scatto spettacolare. Bisogna solamente avere un occhio allenato, e capire al volo se, con una luce orientata nel modo giusto, si può ottenere una immagine più significativa o meno.
Ci vuole tanto occhio, e tanta pratica.

Anche la tecnica del Panning può venire in aiuto. E' una tecnica piuttosto semplice, ma che comunque richiede un po' di pratica sulle spalle. Bisogna lavorare in Priorità di Tempi. Si tengono tempi ridotti (n.d.r. diciamo tra 1/15" 1/60"), e si segue il soggetto nel suo movimento scattando la foto.
Il risultato è un soggetto perfettamente a fuoco e immobile davanti a uno sfondo mosso e/o in movimento.
Facile a dire, difficile da fare, perché bisogna muoversi all'esatta velocità del nostro soggetto, altrimenti viene tutto mosso... Solo che mentre l'otturatore è chiuso, dal mirino non si vede nulla! 


La foto qui sopra è il primo scatto riuscito ottenuto con questa tecnica nella mia esperienza di fotografo. Ci vuole pratica, esperienza, senso del ritmo, e mano ferma (n.d.r. O un cavalletto).
La tecnica del Panning può essere applicata in ogni occasione in cui è presente un soggetto in movimento, che sia un animale, un veicolo da corsa, un atleta... 
Ma sto divagando. Tornando alla fotografia di animali, il mio consiglio è quello di mettersi in gioco e osare. Non aver paura ad avvicinarsi (n.d.r. A meno che non sia un predatore in libertà) e/o ad allontanarsi. Non accontentarsi mai del primo scatto, cambiare punto di vista, cambiare inquadratura. Sono i suggerimenti di sempre, che valgono in ogni occasione, e devono essere applicati in ogni situazione.

Note Pratiche: Guardate le fotografie scattate da altri, professionisti e non. Siate critici, cercate ciò che vi può essere di spunto, valutate gli errori, e lasciatevi trascinare da ciò che la natura vi offre. Qui potete trovare il mio Album su Flickr dedicato agli animali, è in continuo aggiornamento, e può essere un punto di partenza per affrontare questo tema.



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mercoledì 9 marzo 2016

Come fare i Fotoritratti - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Come si fa un bel ritratto? La risposta potrebbe apparire piuttosto semplice ma, in realtà, non è proprio così.
Innanzi tutto dobbiamo distinguere due tipologie di ritratto: 
  • Il primo piano;
  • Il ritratto a corpo intero.
Il 50mm F/1.8 della Canon
L'obiettivo ideale per questo tipo di fotografia è il 50mm, ma deve essere bello luminoso. Se avete una reflex APS-C è necessario considerare il fattore di crop, e di conseguenza pensare a un 35mm, sempre molto luminoso.
La luminosità dell'obiettivo è importante per ottenere un bell'effetto Bokeh.
Se non si dispone di un obiettivo di questo tipo, può valere la pena prendere in considerazione un teleobiettivo con una lunghezza focale di media distanza, tipo il mio vecchio 35-80mm. I tele, per loro costruzione, offrono un ottimo sfumato alle spalle del soggetto, per cui possono ovviare all'eventuale valore di fuoco non proprio ottimale.
Se si realizzano foto in uno studio, è consigliabile anche l'utilizzo di uno o più flash da comandare a distanza, e dei pannelli riflettori, in modo da gestire al meglio le luci, i riflessi, e le ombre.

Ma passiamo alla pratica, che è sempre la migliore maestra di ogni disciplina. 
Che si faccia un primo piano, o un ritratto a corpo intero, è fondamentale che il soggetto faccia qualcosa.
I soggetti impalati, con le mani tra le mani, possono andare bene giusto per delle fotografie che servono a 'documentare' un evento, ma per ottenere una bella foto è importante che il soggetto ci dia qualcosa, trasmetta un messaggio, che si faccia notare.

Evitate una illuminazione laterale
Nei primi piani c'è poco margine di manovra, ne convengo. Quando il volto riempe la quasi totalità dell'inquadratura non si può pretendere troppo. E' comunque possibile spostare l'attenzione del soggetto verso qualcos'altro, farlo muovere, evitare che il volto si presenti di piatto, sorridente, in una posa plastica.
Non è obbligatorio che gli occhi del soggetto guardino in macchina. E' invece obbligatorio fare attenzione alle luci, e soprattutto, alle ombre.
Evitate una illuminazione laterale, l'ombra del naso andrebbe a cadere sul lato opposto del viso. Se non è possibile ovviare a questo tipo di illuminazione, usate il flash incorporato della fotocamera per cancellare le ombre. Ciò appiattirà l'immagine, ma eviterà effetti ancora peggiori dovuti a ombre indesiderate. 
Non è necessario che il soggetto guardi in macchina
Scegliere la luce giusta equivale è il sentiero da seguire per ottenere un buon scatto.
Illuminate dall'alto, sempre con luci riflesse, evitate il più possibile le luci dirette. Usate eventualmente un flash professionale, orientate la lampada verso il soffitto, o verso un pannello riflettente, o ancora alle vostre spalle, sempre che alle vostre spalle ci sia una superficie capace di riflettere la luce verso il soggetto. 

Create un contesto, una storia da raccontare. Giocate con l'ambiente che vi circonda per offrire il miglior ritratto possibile. Siate naturali, non artificiali, sfruttate ciò che vi circonda per ottenere ciò che desiderate.  Evitate le pose, o i set costruiti ad arte (n.d.r. Per lo meno, a me, quel genere di fotografia non attira).

Lo sfumato regala effetti interessanti al ritratto
Se in studio ci si può concedere un primo piano da manuale, e sfruttare il volto stesso per ottenere una storia da raccontare, magari accentuando il contrasto, realizzando lo scatto con uno sfondo di colore neutro, magari scuro, all'aperto bisogna accettare il fatto che il nostro soggetto dovrà gareggiare con ciò che lo circonda. 
Sfruttare il movimento, l'effetto sfumato da ottenere con aperture ampie, o con un teleobiettivo, ed eventualmente attivate lo scatto a raffica. 
Non accontentatevi di un singolo scatto. 
Fatene più d'uno, facendo muovere il soggetto, o muovendovi voi attorno a lui. Lasciate libero arbitrio a chi fotografate, e di sicuro riuscirete a catturare un'immagine molto più bella della classica foto in posa statica. Sceglierete in seguito quale scatto rappresenta meglio ciò che volevate ottenere.
Valutate, inoltre, l'opportunità di fotografare il soggetto a distanza. 
Piuttosto che stare vicini, a volte è meglio allontanarsi. 
Anche il Bianco e Nero è efficace

Nella foto soprastante lo studente - ovvero il soggetto - è lontano dal fotografo. L'osservatore vedrà prima l'immagine in primo piano, ma capirà subito che il soggetto non è ciò che sta guardando, e di seguito focalizzerà che lo sguardo dell'uomo che passa punta verso un'altra persona, il ragazzo, e capirà esattamente dove voleva arrivare il fotografo. Una immagine di questo genere offre maggiore dinamismo e profondità all'insieme, e offre una linea guida a chi osserva senza conoscere gli scopi del fotografo.

L'ideale è fotografarli senza che se ne accorgano
E i bambini?
Lo sappiamo bene, i bambini non sono facili da fotografare perché non stanno mai fermi, specie se sono molto piccoli. E' difficile catturare la loro attenzione, e anche quando accade, essa non dura a lungo, e spesso finiscono per distrarsi proprio al momento dello scatto.
L'ideale è fotografarli senza che loro se ne accorgano.
Scattare foto mentre giocano, da una certa distanza, con un tele, può offrire ottime occasioni per ottenere un buon ritratto fotografico. Se si desidera un primo piano particolareggiato, è però necessario ricorrere a degli stratagemmi, e a mio parere è meglio essere in due.
Se si è in due, difatti, è possibile sfruttare un buon gioco di squadra.
Mentre uno si appresta a scattare, l'altro, stando alle spalle del fotografo, cerca di attirare l'attenzione del bimbo in un qualche modo. E' importante che chi si occupa di attirare l'attenzione sia alle spalle del fotografo perché così, quando il bambino si rivolgerà a lui, rivolgerà lo sguardo in macchina, consentendo al fotografo di scattare una immagine del viso vista da di fronte. E' ovvio che anche in questo caso bisogna avere riflessi pronti. Non appena il bimbo si girerà per capire cosa accade, il fotografo deve sfruttare l'attimo e scattare. Anche in questo caso è conveniente sfruttare lo scatto a raffica, per poi selezionare le foto migliori quando si ha un momento di calma.
Evitate scatti dall'alto verso il basso.
Vengono istintivi, e alcune volte generano immagini piacevoli da guardare, ma la prospettiva non gioca a vostro favore. Foto scattate dall'alto in basso producono volti enormi su corpi che rimpiccioliscono mano a mano che ci si allontana dal punto di focale. E' meglio ottenere inquadrature dirette, abbassandosi al livello del soggetto, o facendolo salire - come gioco - su una sedia, o sul tavolo.

Note Pratiche: La pratica si costruisce anche osservando il lavoro di altri fotografi. Flickr è un ottimo canale da cui cominciare. Qui potete trovare il mio album dedicato ai ritratti, è in continuo aggiornamento, può essere un punto di partenza per affrontare questo tema.


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mercoledì 2 marzo 2016

Le informazioni EXIF - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Tutte le fotocamere moderne sono in grado di inserire una serie di informazioni utili all'interno delle fotografie scattate. Si tratta solitamente di indicazioni relative al produttore e al modello della fotocamera, l'obiettivo utilizzato e la focale di scatto, apertura di diaframma, tempo di esposizione, sensibilità, dimensioni dell’immagine, utilizzo o meno del flash, modalità di esposizione utilizzata, eventuale correzione dell’esposizione, data e ora di scatto, e anche una miniatura visualizzatile sul display della fotocamera stessa.
L'insieme di queste informazioni è nota comunemente come 'Dati EXIF' (n.d.r. EXchangeable Image File format).
Uno dei Menù Canon ove poter immettere
Dati EXIF su autore e copyright delle foto
Alcune fotocamere possono aggiungere alle informazioni elencate precedentemente, altri dati relativi alla località dove le foto sono state scattate (n.d.r. Le coordinate GPS), il copyright sulla foto, il proprietario della fotocamera, il nome dell'autore della foto. 
Sono - queste ultime - informazioni che possono essere inserite direttamente attraverso i menù della fotocamera, ovviamente, a meno della località in cui avviene lo scatto.
Quest'ultima informazione può essere inserita manualmente in post-produzione (n.d.r. Grazie a software come GeoTag) , oppure dalla macchina stessa, se è dotata di un ricevitore GPS integrato. 
Altre fotocamere, come la mia EOS 700D, altre invece sono in grado di svolgere tale funzione solo con l'ausilio di un accessorio esterno da innestare sulla staffa del flash, e in grado di colloquiare con la macchina stessa quando necessario.

Lo scopo dei dati EXIF è principalmente quello di poter recuperare le informazioni di scatto di una foto anche dopo molto tempo che essa è stata scattata.

Si tratta di informazioni preziose che possono semplificare notevolmente il lavoro di un fotografo professionista, utili anche in fase di stampa (n.d.r. Grazie ai dati relativi al bilanciamento del bianco, dell'esposizione, e ad altri parametri impostati sulla fotocamera), ma che possono venire utili anche a chi svolge l'attività di amatore, per crescere, e soprattutto imparare.

Consultando i dati EXIF, infatti, è possibile ricordare meglio come certe foto siano state scattate, e in caso si sia avuto un buon risultato, replicare le medesime informazioni in occasioni analoghe a quelle relative allo scatto consultato. Questo discorso è valido, ovviamente, sia che le foto siano state fatte da chi poi consulta i dati EXIF, sia che siano state scattate da estranei.
Consultare i dati EXIF anche un buon modo per imparare, visto che guardando i dati EXIF di foto venute male, e paragonandoli con quelli di foto analoghe venute bene, è possibile comprendere quali errori si siano fatti, ed evitare di ripeterli.
I dati EXIF possono essere facilmente consultabili dalla fotocamera, premendo il tasto INFO mentre si è in modalità di visualizzazione delle immagini.


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Possono essere consultati anche in post-produzione, al computer, visto che molti software di visualizzazione, e soprattutto quelli forniti in bundle con la fotocamera, sono in grado di mostrare queste informazioni.

Lo scatto che segue è stato realizzato al Festival dell'Oriente, l'estate scorsa. Visualizzandolo con il programma di preview - chiamato semplicemente Anteprima - integrato in OSX, il sistema operativo dei Mac, è già possibile consultare i dati EXIF dell'immagine (n.d.r. Vedi l'immagine qui a fianco).

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I dati principali di questa immagine sono subito individuabili: F/5.6 1/125" 1600ISO.
L'immagine è stata catturata da uno zoom 35-80mm posto a una distanza focale di 67mm.
Le impostazioni sono state selezionate in modalità automatica, su P, e la foto è stata scattata senza flash.

Già consultando queste primi dati è possibile comprendere molte cose sulla foto in questione. L'unico dato che potrebbe condurre fuori strada il principiante è il tipo di obiettivo che è stato usato, visto che tale scelta (n.d.r. Ma chi consulta i dati EXIF non lo può sapere) è stata fatta a priori, quando ho deciso di andare al Festival e di non portare con me l'intero corredo fotografico. In quell'occasione scelsi il solo 35-80mm, così da avere con me un apparecchio compatto con una ampiezza focale media, adatta per lo più ai ritratti, ma capace di coprire anche inquadrature un po' più larghe rispetto a un primo piano. Difatti, un dato non presente negli EXIF, è l'indicazione che la foto sia stata croppata ad hoc in fase di post-produzione, e - soprattutto - che se mi fossi portato dietro tutto il corredo, avrei scelto un teleobiettivo per scattarla.
Un altro amatore, dopo aver visionato la mia foto su Flickr, trovandosi nella mia stessa situazione, con lo stesso obiettivo, non sapendo che l'immagine è stata ritagliata in un secondo momento, non riuscirebbe a ottenere la medesima inquadratura, se non avvicinandosi al soggetto... Cosa che a me era impossibile.

Insomma... I dati EXIF possono essere molto utili, ma non sono in grado di raccontare a pieno la storia di ogni singolo scatto. L'esperienza è comunque sempre una componente fondamentale. Ma per fare esperienza, da qualche parte bisogna pur cominciare, e i dati EXIF sono sicuramente un buon punto di partenza.

Note Pratiche: Attenzione! L'elaborazione delle immagini in post-produzione può far sparire i dati EXIF dall'immagine stessa. Verificate che il vostro software, in fase di salvataggio, non vada a cancellare i dati presenti sulle immagini.



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