mercoledì 24 febbraio 2016

Il Flash - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Il Flash è uno strumento che non va sottovalutato. Il suo utilizzo è tutt'altro che banale, tanto che se lo si utilizza senza un minimo di competenza, o di studio, si finisce per ottenere risultati davvero disastrosi.
Personalmente, io odio la luce emessa dai Flash.
Riconosco però che il loro utilizzo è fondamentale in alcune occasioni, in molte occasioni. Vediamo quindi di fare un po' di chiarezza su come funziona, cosa può fare, e quando conviene utilizzarlo.

Per parlare del Flash bisogna tornare ai principi fondamentali della fotografia. Ormai sappiamo bene che tutto ruota attorno alla luce, e che per ottenere una buona foto è necessario essere in grado di impostare la fotocamera in modo tale da adattarsi alla luce ambientale, così che possa essere sfruttata per i nostri scopi.
Il problema è che la luce ambientale non può essere regolata, la sua sorgente è solitamente fissa, e la sua qualità cambia di giorno in giorno, di ora in ora. 
Il Flash è una sorgente luminosa che si adatta alle nostre esigenze, ha una qualità costante e predeterminata, e può essere messa dove più ci aggrada.
Detto questo, è comprensibile che il Flash sia la soluzione a molti problemi del fotografo. Però non è da confondere con una banale lampadina che andiamo ad accendere quando ci serve. Il Flash è un dispositivo molto sofisticato, e per ciò va studiato e compreso.

Il Flash integrato nella fotocamera non è la soluzione per eccellenza. 
Ha una portata limitata; la potenza del suo fascio di luce non può essere regolata (n.d.r. In realtà, nelle macchine prosumer o superiori, come per la mia EOS700D, la luce emessa dal flash è impostata in base all'apertura scelta per lo scatto); la luce è diretta contro il soggetto, con conseguente rischio dell'effetto 'occhi rossi'; in presenza di paraluce sull'obiettivo può creare ombre indesiderate, e non visibili al momento dello scatto, nella foto.

Viene comunque utile in mobilità, specie quando si scatta una foto a un soggetto vicino alla fotocamera, e illuminato trasversalmente dal sole (n.d.r. O dalla sorgente luminosa presente in quel momento). Questo tipo di illuminazione potrebbe creare delle ombre indiscutibilmente brutte sul nostro soggetto, per cui l'uso del flash diventa ottimale per eliminarle al momento dello scatto.
Può essere usato anche per illuminare ambienti di piccole metrature, o per scattare foto al buio quando non possiamo sfruttare altre forme di sorgenti luminose. Si tratta però di una luce diretta. Gli effetti non sono sempre gradevoli. Io, lo ammetto, preferisco alzare gli ISO e tentare una foto con tempi di esposizione lunga, e niente flash.
Allo stesso modo, si può aumentare la portata del flash aumentando gli ISO della fotocamera. Nella tabella sottostante sono riportati valori indicativi di ciò che si può ottenere, cambiando la sensibilità, con il flash integrato.


Detto questo, però, il mio consiglio è quello di pensare all'acquisto di un Flash professionale. Questo tipo di apparecchi è in grado di dialogare con la fotocamera (n.d.r. Fate molta attenzione alla compatibilità con la vostra fotocamera. Una regola d'oro è che i flash della marca della vostra reflex non avranno problemi con essa, mentre quelli di produttori di terze parti devono essere valutati con molta - moltissima - attenzione). 
Solitamente regolano la loro potenza in base grazie a un sistema chiamato TTL (n.d.r. Through the Lens, ovvero Attraverso le Lenti).
Ciò permette alla fotocamera di regolare nel dettaglio la luce emessa dal flash, e di interrompere il lampo quando ha raggiunto il livello di luce necessario alla corretta esposizione del soggetto. Il vantaggio risulta evidente anche ai non professionisti. Non c'è rischio di sovraesposizione, o sottoesposizione, dell'immagine.
I flash professionali sono dotati di una parabola zoom motorizzata. 
Ciò consente al flash di adattarsi all'ampiezza della scena inquadrata, e fornire una luce ampia e ravvicinata nel caso si usi un grandangolo, o potente e lontana se si usa un teleobiettivo.
I flash professionali hanno la parabola orientabile in ogni direzione.
Questo è sicuramente il motivo principale per cui è meglio scegliere questo tipo di flash rispetto all'utilizzo del flash integrato. Potendo orientare la parabola come vogliamo, è possibile evitare che la luce diretta colpisca il soggetto. Ciò fa sì che i colori non si appiattiscano, e che la foto risultante sia più naturale. Orientare la parabola verso una parete bianca, sfruttare la luce riflessa, è di sicuro una strategia vincente per ottenere belle foto con il flash. Potremo decidere di usare una luce riflessa dalle pareti laterali, o dal soffitto, o addirittura dalla parete alle nostre spalle. Ogni scelta sarà a portata di mano. Scelta che potrà essere amplificata utilizzando accessori quali pannelli riflettenti disposti a regola d'arte attorno al nostro soggetto (n.d.r. A volte è sufficiente un pannello riflettente ai piedi del soggetto per cambiare il gioco di ombre e ottenere uno scatto molto più limpido e luminoso, nonché privo di ombre indesiderate).
Molti flash professionali possono essere comandati a distanza, wireless.
Ecco un'altra potenzialità da non sottovalutare. Se la vostra fotocamera è in grado di pilotare remotamente i flash, allora potrete davvero gestire la luce a vostro piacimento, e addirittura utilizzare anche più di un flash. Nel caso non sia dotata di un dispositivo wireless, esistono comunque dei cavetti ad-hoc (n.d.r. Sono detti TTL o P-TTL, attenzione alla compatibilità, sia con la fotocamera, sia con il flash in vostro possesso) che vanno innestati nella slitta della fotocamera, e sulla slitta del flash, così che esso possa comunque essere comandato a distanza seppur con il limite dovuto alla lunghezza del filo.

Le potenzialità sono infinite, e limitate solo dalla fantasia di chi scatta, e dal budget a vostra disposizione per poter essere in possesso di più flash, e di accessori sicuramente utili per ottenere ogni risultato immaginabile.

Accessori? Sì anche il mondo dei flash è ricco di accessori da acquistare a parte. Si va da supporti di vario tipo utili per allontanare la sorgente di luce dall'obiettivo, a tappi traslucidi per rendere il lampo più caldo rispetto alla classica luce fredda che tutti conosciamo (n.d.r. Anche colorati, per chi vuole una illuminazione particolare), piedistalli di vario tipo per tenere in posizione il flash quando lo si usa in modalità wireless, e una varietà pressoché infinita di pannelli riflettenti, sia per l'uso in interni, sia per l'uso in esterni.

E per la Macro fotografia? Esistono i flash ad anello, e addirittura anche quelli a doppia torcia. Entrambe le tipologie vengono avvitate all'obiettivo, e producono una luce tutto attorno alla lente, in modo uniforme, così che il soggetto, per quanto piccolo, sia illuminato come si deve.

L'intera gamma di Flash prodotti da Canon
Note Pratiche: Se decidete di acquistare un flash compatibile, ma non della marca della vostra fotocamera, è probabile che esso non funzioni nel caso di scatti in live-view.



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sabato 20 febbraio 2016

La faccia delle Auto

Glauco Silvestri
Qualche giorno fa mi capita di origliare (n.d.r. Lo so, è maleducato, ma questi quasi urlavano tanto che sembrava litigassero) una discussione tra amici. Parlavano della nuova Tipo, davvero economica per i volumi disponibili, ma... A sentire da quello con la voce più grossa, è:
Brutta, ma tanto brutta, che più brutta non si può!
Motivo: Il frontale con quella presa d'aria tutta strana.

Ovviamente non sono intervenuto nella discussione, che è altrettanto maleducato quanto lo è origliare, ma l'osservazione mi ha messo di traverso perché quella motivazione mi ha sorpreso.

La Tipo non piace del tutto neppure a me, anche se non la definirei brutta. La sensazione è che la vedo come una vettura 'strana'. Non sono più abituato alle tre volumi canoniche, e difatti non sono attratto da nessuna berlina tre volumi attualmente sul mercato, neppure se di lusso. 

Ma perché proprio il frontale?

Ho voluto fare mente locale, e mi sono accorto che quel tipo di muso, schiacciato con presa d'aria che va da fanale a fanale, sta tornando parecchio di moda. Fino a poco tempo fa invece piaceva la presa d'aria grossa, che comprendeva anche il paraurti, un po' come ancora fa l'Audi con le sue vetture. Ma gli altri marchi si stanno spostando da questo disegno a un qualcosa di più 'schiacciato'.
Se non erro, prima è stata la Passat, con un restiling che ormai ha qualche anno, poi Volvo, e via di seguito fino alla Tipo.

Volvo V90 - Volkswagen Passat - Fiat Tipo
Ditemi voi, sono curioso, qual'è il più brutto?


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mercoledì 17 febbraio 2016

Pulizia della Fotocamera - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
La fotocamera è un apparecchio molto sofisticato, e allo stesso tempo molto delicato. Come tutti gli apparecchi tecnologici ha bisogno della sua manutenzione; manutenzione che può essere svolta dal fotografo, se svolta con alcune accortezze.
La pulizia è un elemento fondamentale per la fotocamera.
In rete sono disponibili numerosi kit che possono aiutare in questo compito. Oggetti generalmente di uso comune, che a volte si possono reperire anche tra ciò che si ha in casa. 

Il panno in microfibra è fondamentale. Va bene anche il pannetto che solitamente viene fornito assieme a un paio di occhiali da vista.
Serve anche un pennellino dalle setole morbide. Va bene anche un pennello da pittura, basta che non sia mai stato usato, che le sue setole siano integre, e che siano davvero molto molto morbide.
Una pompetta è una componente da non trascurare. C'è chi soffia, c'è chi alita... Sistemi approssimativi che possono portare più danni che vantaggi, visto che soffiando, o alitando, buttiamo microparticelle di umidità sulle superfici, cosa che potrebbe impedire alla polvere di staccarsi quando andiamo a pulire con il panno, aumentando il rischio di graffiare le lenti.
Gli elementi da pulire sono, le lenti dell'obiettivo, il corpo della fotocamera, il mirino, lo specchio, e il sensore.
Prima regola: Non usate detergenti. 
Seconda regola: Non usate detergenti di alcun tipo, anche se neutri.

La Fotocamera

Il corpo della fotocamera è la parte più semplice da pulire. E' sufficiente utilizzare il panno in microfibra per eliminare le impurità. Nei punti ostinati potete inumidire il panno, senza però esagerare e/o bagnare la fotocamera stessa. Per quanto riguarda il display, prima di utilizzare il panno, è precauzionale soffiare sulla superficie con la pompetta, così da eliminare eventuale polvere, o detriti, che poi con lo strofinamento potrebbero andare a graffiare il cristallo.

Il mirino della fotocamera deve essere pulito con accuratezza. Per fare ciò è necessario togliere la conchiglia in gomma morbida che lo protegge, e che rende confortevole la mira attraverso il nostro occhio. 

Basta far scorrere verso l'alto, con delicatezza, la conchiglia.
A questo punto è importante soffiare con la pompetta attorno a tutta l'area, per far volare via la polvere dalla superficie dell'oculare.
Di seguito, dopo aver ripiegato accuratamente il panno in microfibra, e averlo bagnato con qualche goccia d'acqua, è sufficiente pulire l'oculare, con delicatezza e attenzione, ricordandosi anche degli angoli.

Una volta fatto ciò, è possibile re-inserire la conchiglia di protezione, ovviamente... Dopo aver pulito la gomma che la circonda. 
La pulizia del mirino andrebbe fatta spesso, e in particolar modo ogni volta che si cambia oculare, così da garantire sempre e comunque un'ottima visione a chi deve scattare la foto.
Se si cambia spesso obiettivo, come capita a me, diventa necessario dare una pulita anche alla Mirror Box. Per fare ciò dovremo stare molto attenti a non toccare mai né lo specchio, né il vetrino del sensore.
Togliete l'obiettivo. Utilizzate la pompetta per soffiare via la polvere dallo specchio. Fate attenzione che l'ugello sia sempre lontano dalla sua superficie. Evitate ogni tipo di contatto. Non lo ripeterò mai a sufficienza, usate molta cautela.

Pulire il sensore... Ce n'è davvero bisogno. Se avete una fotocamera moderna, come la mia EOS700D, non dovreste avere problemi di questo tipo, visto queste reflex sono dotate di un sistema di pulizia a ultrasuoni che si attiva all'accensione e allo spegnimento. E' anche possibile eseguire la pulizia in un qualunque momento, dal menù principale della fotocamera, selezionando l'opzione 'Pulisci Ora'.

Per ottenere una pulizia ottimale del sensore attraverso i sistemi automatici della fotocamera è conveniente posizionare la macchina in posizione orizzontale su un tavolo, o su una superficie piana.

Volendo, è possibile pulire il sensore anche manualmente. E' una procedura delicata, ma non impossibile. Per fare ciò è necessario dire alla fotocamera di sollevare lo specchio. Nel menù principale è presente tale funzione. 
Ricordatevi di pulire manualmente il sensore solo se la fotocamera ha la batteria completamente carica. 
Se dovesse scaricarsi la batteria mentre lo specchio è alzato, questo si abbasserà automaticamente rischiando di andare a urtare gli strumenti con cui state pulendo il sensore. Ciò può danneggiare lo specchio, il sensore, o addirittura entrambi.
La fotocamera, comunque, emette un suono di allerta nel caso la batteria dovesse scaricarsi mentre lo specchio è sollevato.

La pulizia del sensore va fatta con la pompetta dell'aria già utilizzata per lo specchio. Evitate spazzole, pennelli, anche se morbidi. Non toccate il sensore per alcun motivo. Evitate di inserire la pompetta oltre l'innesto dell'obiettivo, ciò dovrebbe evitare che, nel malaugurato caso si spegnesse la fotocamera, otturatore e specchio vadano a danneggiarsi.

Nel caso dovessero rimanere delle macchie nonostante l'uso della pompetta, non intestarditevi, piuttosto contattate un centro assistenza ufficiale della vostra fotocamera.

 L'obiettivo

Pulire l'obiettivo della fotocamera è abbastanza semplice. 
  • Se si tratta di semplici impronte digitali, il panno in microfibra è sufficiente. Basta passarlo delicatamente sulla lente, in senso rotatorio, non strofinando a in modo alternato, sempre nella stessa direzione.
  • Se c'è della polvere, prima è meglio utilizzare la pompetta dell'aria. Aiutandovi eventualmente con il pennellino nel caso i granelli fossero ostinati. Agite sempre con la massima cautela. Una volta rimossa la polvere, date una pulita anche con il panno in microfibra, così come descritto qui sopra.
    Alcuni consigliano di usare dei detergenti specifici per le lenti, da applicare con il panno in microfibra, ovviamente dopo aver rimosso la polvere come già indicato. La mia opinione è di non usare liquidi se non strettamente necessario.
Bisogna ricordarsi di pulire entrambe le lenti dell'obiettivo, e non solo quella frontale.
Utilizzate il panno in microfibra, inumidito con qualche goccia d'acqua, per pulire il corpo dell'obiettivo. Esattamente come si è fatto per il corpo della fotocamera.
Non dimenticate di pulire anche i tappi. Delle impurità sui tappi potrebbero rendere vana la pulizia delle lenti.
Per pulire i tappi, usate la pompetta, ed eventualmente il pennellino per ripulire i punti più ostinati.

Per Concludere

La pulizia della fotocamera va fatta al bisogno, non ci sono regole particolari. Può essere buona abitudine quella di pulire l'attrezzatura prima di riporla dove normalmente viene conservata, dopo una sessione fotografica. 
La pulizia delle lenti è meglio che sia fatta ogni qualvolta risulta necessario, anche mentre si sta scattando fotografie, nel caso si siano toccate le lenti, o si sia venuti a contatto con polveri, vento, e quant'altro. Bisogna sempre fare attenzione a non rovinare il trattamento antiriflesso delle lenti (n.d.r. Per questo sconsiglio l'uso di detergenti), e di non graffiarle a causa di un uso maldestro dell'attrezzatura di pulizia.



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mercoledì 10 febbraio 2016

Il Filtro ND - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Nelle precedenti lezioni è capitato di menzionare il Filtro ND come un accessorio importante per ottenere determinati effetti, in particolare l'effetto seta che solitamente si ottiene fotografando l'acqua con tempi d'esposizione lunghi.
I filtri ND (n.d.r. Neutral Density filters)sono filtri grigi con opacità costante per tutti i colori dello spettro, per questo motivo non alterano in alcun modo le caratteristiche cromatiche dell’immagine.
Questo tipo di filtri si limita solo ad assorbire parte della luce. Ciò permette di usare tempi di esposizione più lunghi senza rischiare che l'immagine diventi sovraesposta, rendendo così possibile ottenere l’effetto del mosso dell’acqua, delle nuvole, o comunque di elementi dinamici nell’immagine, contrapposti ad altri elementi del panorama che invece restano statici.

Un filtro ND a gradazione regolabile
I filtri ND sono disponibili sul mercato sia con singole gradazioni di assorbimento (n.d.r. Come ad esempio questi), sia sottoforma di un singolo filtro dotato di ghiera e in grado di variare la propria gradazione (n.d.r. Ovvero questi). 

La differenza tra le due tipologie è pressoché nulla. 

Se i primi sono più insensibili a riflessi dovuti alla luce del sole incidente, i secondi ovviano a questo piccolo problema con la praticità dell'aver un solo filtro da portare con sé e da montare sull'obiettivo.
I differenti valori di densità, ovvero la differente capacità di assorbimento della luce, è indicata da un numero: 2, 4, 8, 16, 32. 
Come è già stato fatto notare in precedenza, anche in questo caso si segue la regola del raddoppio. Un filtro ND2 lascerà passare solo metà della luce, assorbirà quindi uno stop, e di conseguenza, se senza filtri sono necessari 0,5 secondi per la corretta esposizione, con il filtro bisognerà impostare un tempo pari a 1 secondo. Il Filtro ND4 assorbirà 2 stop, richiederà quindi 2 secondi, e via così fino all'ND32, con 5 stop di assorbimento. Il risultato lo potete osservare nelle foto che seguono.

F/4 ISO100 1/30" ND2

F/4 ISO100 1/30" ND8

F/4 ISO100 1/30" ND32

Queste tre foto sono state scattate mantenendo gli stessi parametri di esposizione, ciò permette di comprendere meglio la capacità di assorbimento della luce. La foto è stata scattata nel pomeriggio, attorno alle 16, con il sole di fronte, nascosto dalle fronde degli alberi. L'efficacia del filtro è evidente.

L'uso di questi filtri risulta conveniente in molti frangenti, dal già citato effetto seta dell'acqua, alla possibilità di fare foto architettoniche senza persone attorno. Con tempi abbastanza lunghi, infatti, e potendo abbattere la luce ambientale, è possibile far sì che i passanti scompaiano dalle nostre inquadrature, visto che la loro permanenza avviene per un tempo trascurabile rispetto a quello di esposizione.

Il mercato propone due formati fondamentali per questa tipologia di filtri: quella circolare, che va avvitata all'obiettivo (n.d.r. In questo caso è necessario acquistare un filtro del medesimo diametro dell'obiettivo), o rettangolari e adatti al porta-filtri Cokin (n.d.r. quest'ultimo da fissare all'obiettivo).

I Filtri ND Graduati
Esiste anche il filtro ND graduato, dove il livello di assorbimento è diverso tra la metà alta e quella bassa, proprio come avviene per le lenti bifocali nelle lenti da vista per occhiali.
Questa tipologia di filtro consente di andare a scurire solo la parte che ci interessa, mantenendo l'altra illuminata come nella realtà. Ciò dona più enfasi al soggetto, o all'effetto che vogliamo ottenere con la foto che stiamo per scattare, senza andare a compromettere l'immagine di contorno, o lo sfondo. 
Il problema del filtro ND graduato è la linea di demarcazione.
Con questo filtro si è costretti a mantenere una inquadratura centrale, un limite notevole al momento della composizione, e a considerare una linea d'orizzonte al centro della foto, dovuta alla evidente demarcazione tra la zona filtrante e la zona neutra. Il suo uso è di conseguenza molto limitante, rispetto alla versione non graduata, e la sua reale utilità si riduce a situazioni sporadiche che - forse - non ne giustificano l'acquisto.


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mercoledì 3 febbraio 2016

Giocare con la Luce: Il Light Painting - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Il termine Fotografia ha origine da due parole greche: foto (phos) e grafia (graphis). Il suo significato letterale è Scrivere (grafia) con la Luce (foto), difatti la fotografia è un procedimento ottico, meccanico e chimico (n.d.r. oggi digitale) mediante il quale si ottengono immagini prodotte dalla variazione di luce su determinate sostanze. Il nome si deve all’astronomo e scienziato tedesco Sir John F. W. Herschel che, dilettandosi di filologia, propose il nome fotografia in sostituzione dell’espressione un po’ pesante di “disegno fotografico” (fonte: qui).
Scrivere con la Luce.
Quale occasione migliore, di conseguenza, per giocare con la luce, così da ottenere immagini pittoriche? Il Light Painting è proprio questo.
Si tratta di una tecnica fotografica che sfrutta fasci di luce estremamente direzionali per ottenere immagini dall'impatto davvero notevole. In pratica la luce diventa il pennello del fotografo, e la foto il suo dipinto.
Per realizzare una foto in light painting è necessario essere completamente al buio.
Si può sfruttare questa tecnica sia al chiuso, in una camera oscura, sia all'aperto, di notte, in un ambiente scarsamente illuminato.

L'attrezzatura necessaria è la seguente:
  • Una fotocamera dotata di Posa B;
  • Un treppiede;
  • Un comando remoto;
  • Una torcia (n.d.r. Meglio se a led) potente con un fascio di luce stretto e direzionale;
  • Un telo nero.
Vediamo qualche scatto d'esempio. Si tratta di tre foto ottenute al solo scopo didattico, ma che mostrano le potenzialità di questa tecnica, e ciò che può offrire se si usa la fantasia.

F/4 ISO100 30" 22mm
L'ambiente è completamente buio. La fotocamera è piazzata in fronte a me, per comodità ho usato il GorillaPod come cavalletto, è per questo che sono inquadrati i miei piedi. La fotocamera non è in posa B, ho impostato 30" di tempo, e ho usato il timer per permettermi di essere in posizione al momento del click. Premo il pulsante di scatto, vado di fronte alla fotocamera, e quando il conteggio va a zero, comincio a dipingere attorno a me con la torcia. Mi muovo lentamente, fluido, compiendo evoluzioni nell'aria davanti a me.

F/4 ISO100 30" 22mm
Anche in questo caso, la procedura è analoga. Questa volta mi son seduto di fronte alla fotocamera, e ho cominciato a dipingere davanti all'obiettivo, tracciando cerchi concentrici e girandole tutto attorno a me.

F/4 ISO100 30" 22mm
Ed ecco il mio terzo disegno, più semplice rispetto al precedente, ma comunque sempre d'effetto. Alle spalle del disegno potete intravvedere la mia figura.

Suggerimenti:

  • Usate un telo nero per evitare che la luce venga riflessa dalle pareti che vi circondano. Scegliete un ambiente ove l'oscurità sia completa, e dove non siano presenti superfici riflettenti. Eviterete, in questo modo, che lo sfondo sia visibile, come invece accade negli scatti qui sopra.
  • La luce della torcia non deve essere sempre accesa. Potete anche spegnerla per passare da un punto all'altro senza che venga disegnata una traccia luminosa nell'inquadratura. Questo piccolo stratagemma vi aiuterà a comporre disegni più sofisticati.
  • Usate torce con luci di colore differente. Questo renderà i disegni più attraenti e colorati.
  • Usate la Posa B, lasciate l'otturatore aperto il più a lungo possibile. Avrete maggior tempo per comporre il vostro disegno.
  • Provate questa tecnica all'aperto, anche se l'inquinamento luminoso può rendere meno efficace l'effetto, allo stesso tempo esso può diventare uno sfondo davvero gradevole per il vostro disegno.
Per Finire: Usate la fantasia, provate a tracciare disegni complessi, usate più luci colorate, fatevi aiutare da altri soggetti anch'essi dotati di una sorgente luminosa, mischiate luci fisse con luci che si muovono, osate... e soprattutto divertitevi.


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