mercoledì 27 maggio 2015

Gestione delle Foto: Apple Foto - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
Come gestire le fotografie, una volta riversate su computer?
C'è chi salva le foto su harddisk dividendole semplicemente in cartelle, magari divise per data e località. C'è chi usa software freeware come Picasa per tenerle in ordine, per ottenere delle slideshow da mostrare agli amici, per cercare una determinata immagine usando dei semplici sistemi di ricerca. C'è chi usa software costosi come Aperture, o il suo concorrente di Adobe Lightroom.
Io gestivo le mie foto con l'elefantiaco Apple iPhoto... 
Lo facevo più per pigrizia che per motivi specifici, visto che è (n.d.r. era) in bundle con i Mac acquistati, visto che aveva tutte le funzioni che mi servivano, visto che non avevo molta voglia, né tempo, per cercare delle alternative valide.
Le differenze tra iPhoto e Picasa sono minime, la principale - probabilmente - è che il secondo dei due segna le modifiche fatte a una foto su dei file xml, e quando la foto viene consultata, questa viene corretta automaticamente in base a quanto scritto sul file xml corrispondente. E' ottimo per risparmiare spazio su disco, meno ottimale nel caso si debba pubblicare le immagini su web, passarle a qualcuno con una chiavetta, o farle stampare, perché con il semplice 'trascina' si va a spostare il file originale, ovvero quello privo delle modifiche. E' quindi necessario fare uno sforzo mnemonico ed emotivo per superare l'immediatezza, selezionare la foto, andare nel menù esporta, indicare la destinazione, e salvare il file assicurandosi che sia attiva la voce: trasferisci con modifiche, e non trasferisci file originale (n.d.r. Parlo con esperienza su una versione di Picasa di qualche anno fa, magari ora funziona diversamente). iPhoto tiene una copia del file originale, e una copia del file modificato. Il click e trascina funziona. Ecco il motivo principe per cui son rimasto fedele a questo programma... Solo che, pochi mesi fa, Apple ha annunciato la dismissione di Aperture e di iPhoto, per dare spazio a un nuovo programma: Apple Foto.

Ho lasciato sbollire l'opinione pubblica prima di parlare di Apple Foto. Con questo programma Apple ha davvero scatenato la furia globale, anche perché esso va a sostituire sia iPhoto (ormai sparito e defunto), sia Aperture (ancora disponibile, ma non più sviluppato e - di conseguenza - destinato all'obsolescenza)... Che proprio non sono la stessa cosa. Io però non voglio riaccendere la fiamma della discordia. Voglio parlare di fotografia, e visto che su Mac organizzavo le mie foto con il vecchio - amatodiato - iPhoto, quando è giunto il momento di fare l'upgrade, come tutti, ho tentennato ma l'ho fatto.

Premesse fondamentali:
  1. Io non amo ritoccare le foto. Al massimo ne correggo un po' il contrasto, o l'esposizione, poco altro. E quando le metto su Flickr mi limito a ridurle di dimensioni (per un upload più rapido) e ad aggiungerci il logo.
  2. Ho deciso di passare ad Apple Foto nella speranza che fossero veritiere le voci che lo descrivevano più leggero e veloce.
Ed ecco le mie conclusioni. 

I Pro:
  • La libreria fotografica, dopo la conversione da iPhoto ad Apple Foto, si è ridotta di qualche gigabyte. Prima era attorno ai 97 Gb, ora mostra un 95 Gb di spazio occupato.
  • Sono spariti gli Eventi, che difatti ho sempre considerato un doppione degli Album. E' possibile vedere le foto organizzate come sul vecchio iPhoto, ma anche come 'Rullini'. Questi ultimi sono distinti dal programma in base alla data di upload. E' comodo.
  • I comandi di editing ci sono tutti, per lo meno quelli che già aveva iPhoto. Sono un po' più nascosti e gli utenti più pigri vedranno solo le funzioni automatiche (tipo la bacchetta magica e poco altro).
  • L'interfaccia è più pulita, semplice, snella.
I Contro:
  • Per quanto non noti rallentamenti fastidiosi, la ventola del mio vecchio Macbook Unibody frulla come una indemoniata. Vuol dire che Apple Foto mette sotto torchio il processore Core 2 Duo montato dal mio portatile. La Ram utilizzata sta attorno ai 3,75Gb sui 4 Gb montati a bordo. So che ad alcuni piacciono questo tipo di informazioni.
  • Il riconoscimento dei volti sembra confondersi meno, ma ancora non mi riconosce... Mai! Sarà colpa degli occhiali?
  • Vede la localizzazione delle foto scritta nei dati Exif, permette di visualizzare le foto in base alle località, ma non permette di inserire quei dati manualmente (iPhoto lo faceva). Visto che la mia macchina non ha il GPS integrato, e l'accessorio costa quasi 300 euro, ciò mi costringe a passare le foto attraverso questo programmetto gratuito.
I Pari-merito:
  • No, non è più veloce, ma non è neppure più lento.
Alla fine l'ho adottato volentieri. Anche se comprendo le lamentele dei più. E' evidente che Apple foto non può sostituire Aperture, ed è altrettanto evidente che Apple sta dismettendo tutti i suoi software professionali, così come le sue macchine professionali stiano diventando sempre meno professionali. 
Viene da chiedersi il perché, visto che l'azienda è sempre campata - specie negl'anni bui - grazie ai professionisti. Oggi la mela è un marchio cool, e probabilmente per questo l'azienda si è orientata verso la clientela consumer per cercare di rafforzare la propria immagine. E' per questo che sono spariti i server, che il Mac Pro attuale è l'ombra di sé stesso, e che è nato il nuovo Mac Book, magro come una topmodel, e incapace di fare più che qualche sfilata negli internet point delle grandi città. E' per questo che i programmi di videoediting e fotoediting sono stati abbandonati, o resi prosumer, favorendo così le software house concorrenti (prime tra tutte, ovviamente, Adobe e Corel). Mi domando se questa sia la politica giusta... 
Che accadrà il giorno in cui la mela diventerà un marchio stra-abusato, e perderà il suo stato di status-symbol? E' accaduto a Nokia, a Sony, a Commodore, a Motorola, ad Atari... la storia insegna che gli allori possono minare la base su cui poggia il castello.

Ai posteri l'ardua sentenza!



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mercoledì 20 maggio 2015

Fotografare la Luna - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
L'astrofotografia non è roba da fotografi alle prime armi. Ci vuole una attrezzatura decente, ci vuole pazienza, ci vuole un ambiente non inquinato dall'illuminazione artificiale. Io ho sempre voluto fare qualche foto agli astri, ma non mi sono mai dedicato a questo tipo di fotografia a causa dei costi, e del fatto che 'ci vuole il manico' per riuscire a ottenere qualcosa di veramente bello.

In primis... avevo comprato il cavalletto sbagliato. E' leggerissimo e portabilissimo. Proprio per questo non serve a nulla. Vibra troppo. Anche col telecomando, basta un refolo di vento, basta una piccola regolazione dell'obiettivo, e lui si muove, oscilla, a volte mi fa perdere anche il soggetto. E' per questo che fino a oggi non mi ero speso in questo tipo di fotografia, se non per la luna, e magari un eclisse.

Tornare alla reflex ha riacceso la passione. Ho preso da parte qualche soldino, e grazie ad Amazon - roba che ai tempi della pellicola neppure esisteva - son riuscito a procacciarmi un bell'obiettivo senza spendere un botto. E tra poco mi arriva pure il cavalletto nuovo! L'inseguitore... oddio, quello costa troppo. Per cui dovrò rimanere sotto i 20 secondi, meglio 15, per evitare di fotografare delle strisce luminose.

Ma torniamo a bomba: La Luna.

Nel 2011, con la Panasonic e i suoi 600mm di obiettivo, avevo scattato questa foto (F/5,2 - 1/500s - ISO 320). Una bella 'luna rossa', o quasi rossa.
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A marzo di quest'anno, con la EOS 700D e lo zoom 80-200mm, scattai quest'altra (F/5,6 - 1/250s - ISO 500). In questo caso il 200mm diventa 320mm per via delle dimensioni del sensore APS-C.
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Ad aprile di quest'anno, con la EOS 700D e il Samyang 500mm (e aggiunta di duplicatore di focale 1X2, sempre Samyang, per un equivalente 1000mm), ho scattato la foto sottostante (F/8 - 1/30s - ISO 200).
Click per ingrandire
Tutte le foto sono state scattate dal terrazzo di casa, tutte su cavalletto. Gli scatti sono avvenuti a orari differenti della sera, lo dimostra il colore del cielo. Se non ricordo male la prima è stata scattata dopo le dieci di sera, la seconda è stata presa poco dopo le sette (non a caso si vedono anche alcune nuvole circostanti) e l'ultima intorno alle otto e mezza. 
La prima e l'ultima sono state ottenute con il cavallettone da 160cm traballoso. Quella di mezzo con il Gorilla Pod per SRL-Zoom (che regge fino a 3kg senza problemi). L'ultima, a guardarci bene bene, mostra un pochino di micromosso dovuto alle oscillazioni del cavalletto... Peccato che il Gorilla Pod non fosse in grado sorreggere la macchina fotografica con il Samyang montato. Del resto la macchina fotografica, con adattatore a T, duplicatore, e obiettivo, pesa quasi quattro chili.

La cosa più affascinante è che il Samyang è un obiettivo da utilizzare solo in manuale, per cui l'ultima delle foto che vi ho mostrato è stata pensata, e per ottenerla ho dovuto fare quattro o cinque tentativi. Il bello del digitale è che non devo preoccuparmi del costo della pellicola, e posso sbizzarrirmi a volontà nelle mie prove. E chissà cosa riuscirò a fare quando mi arriverà il nuovo cavalletto...




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mercoledì 13 maggio 2015

Priorità di Tempo - #Corso #Fotografia

Glauco Silvestri
L'uso di una Bridge per una decina d'anni mi ha impigrito parecchio. Se è vero che anche le Bridge sono in grado di lavorare in manuale, è pur vero che per cambiare la focale si usa una levetta, si attiva un motorino, non si agisce direttamente sull'obiettivo, e ciò... Be', per lo meno a me, mi ha spinto a usare gli automatismi, e a non tentare un uso più professionale della macchina. Devo ammettere che con la Fuji ancora mi dilettavo, era una Bridge davvero eccezionale, dove l'obiettivo si manovrava manualmente proprio come sulle reflex. La Panasonic, però era diversa, e se per certi versi godeva di incredibili vantaggi, dall'altro perdeva qualcosa di non irrimediabile, ma significativo.

A ogni modo, tornato nel mondo delle reflex, ho pensato bene di ricominciare a giocare con la fotografia, di dimenticare gli automatismi, e di riprendere un po' di manualità. Ho deciso di andare per gradi. Giusto per sgranchire le articolazioni e non correre troppo. 

Come primo passo ho scelto la modalità 'Priorità di tempo'. 

Per i non addicted, la Priorità di  Tempo è una impostazione della macchina fotografica in cui il fotografo impone manualmente, e in base alle proprie personali scelte, il tempo di scatto della foto. Ciò implica che la macchina si occupa in automatico solo della scelta dell'Apertura del Diaframma, della sensibilità ISO, e della Messa a Fuoco.
Il motivo di questa scelta è presto detto: l'acqua. Io adoro fotografare l'acqua. Giocare sulla velocità degli scatti mi permette di congelare l'istante, inquadrare e immortalare le singole gocce, oppure di mantenere il movimento, perdere il dettaglio ma immortalare il flusso.

In questo post potete osservare due foto in cui sfrutto questa strategia. 

Non sono foto eccezionali. Le uso giusto come esempio. Si tratta di scatti fatti subito dopo aver ricevuto la Canon, giusto per collaudare la macchina fotografica e verificare che tutto funzionasse a dovere. Lasciate perdere il soggetto, una delle tante fontane presenti nelle ville della zona 'bene' di Bologna. Si tratta di una foto scattata da una certa distanza, attraverso una ringhiera, in un giorno con tempo variabile, e se non ricordo male, dopo le sei di sera. E' buietta perché ho cercato di non far apparire la rete della ringhiera; ci son riuscito... Ma ho perso in luminosità. Avrei potuto correggerla in post produzione, o al momento dello scatto, avrei potuto sovraesporre di uno spot... Non è importante ora. Non cercavo lo scatto perfetto. Concentratevi sull'acqua che è ciò di cui sto parlando in questo momento.

La prima foto congela l'istante. E' stata scattata con il tempo settato 1/1000 di secondo, F/5.6, e con un 80mm. Se cliccate sull'immagine si ingrandisce. Potete vedere le singole goccioline che seguono l'arco e cadono una a una nella vasca. 
La seconda foto, invece, mostra il movimento. E' stata scattata con un tempo pari a 1/2 secondo, F/16, e la medesima lunghezza focale della foto precedente, ovvero 80mm. Anche qui, cliccando sull'immagine, la potete vedere ingrandita. In questo caso le goccioline sono indistinguibili. L'acqua è diventata un filamento indistinto, un flusso in movimento.

Un piccolo dettaglio. Oltre alla correzione dei tempi fatta manualmente, ho impostato la macchina per far sì che l'autofocus misurasse l'esposizione in un solo punto. L'uso di una misurazione a matrice, o della misurazione valutativa, nel caso della seconda foto, non porterebbe al risultato sperato, e produrrebbe una immagine eccessivamente sovraesposta e inutilizzabile.
Perché usare questa 'tecnica'? Per scattare foto originali ai corsi d'acqua, alle cascate, specie quando si fa dell'outdoor, che sia una passeggiata o un trekking non importa. Per lo meno è in questi casi che io la utilizzo, ma non disdegno anche altri soggetti, come nelle foto d'esempio di questo post, dove ho immortalato una fontana.

Note Pratiche: Fotografare l'acqua con questa tecnica pretende un ambiente poco illuminato. L'eccesso di luce, combinato con tempi di scatto molto lunghi, produce immagini estremamente sovraesposte, e ovviamente non accettabili. Nel caso si volesse comunque scattare una foto di questo tipo pur essendo in situazioni di forte luminosità, allora bisogna dotarsi di un filtro ND. Questi sono filtri che solitamente vengono utilizzati per assorbire la luce, ottimi quindi per fotografare l'acqua con tempi lunghi, ma anche per fotografare una piazza in modo tale che non compaiano le persone in movimento. Attenzione però: Nel caso foste intenzionati ad acquistare un kit di filtri ND, controllate prima il diametro dell'obiettivo su cui vorrete montarli, e acquistate quelli con diametro equivalente.


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mercoledì 6 maggio 2015

I'm Back!

Glauco Silvestri
La nuova Eos

Sono trascorsi un paio di mesetti dal giorno in cui mi è arrivata la nuova macchina fotografica. E' una reflex APS-C, una Canon EOS700D, un ritorno al passato per me, e la riscoperta di una passione mai sopita.

Riassumo in breve. Prima dell'avvento del digitale ero un felice possessore di sue Reflex Canon. Una vecchia Canon EOS 1000FN, regalo dei miei genitori quando ancora ero moolto giovane, che usavo per il bianco e nero, e una più sofisticata Canon EOS 33, con cui facevo gli scatti a colori. Avevo in dotazione tre obiettivi, un 22-55 USM, un 35-80 USM, e il 70-200USM. A ciò andavano aggiunti alcuni filtri, il cavalletto alto 1,6m, il flash SpeedLite, il telecomando, e qualche altro accessorio. Mi piaceva davvero molto la fotografia... Dedicavo a essa molto tempo libero. Mi divertivo, e credo, ero pure bravino.
Poi è arrivato il digitale, e da buon curioso mi son trovato di fronte a un terribile bivio: Continuare con la pellicola, o cambiare registro? Solo che le prime reflex digitali non erano un granché, e costavano delle follie. Mi presi una compattina, giusto per provare. Poi una bridge - la mitica Fuji S5200. Poi venne la Panasonic FZ100. Non mi accorsi neppure di aver messo le reflex nel cassetto. Le Bridge mi consentivano di fare quasi tutto ciò che desideravo, anche se dentro di me sentivo la mancanza di qualcos...

Sarà stato l'eclisse, ma poche settimane più tardi ho ordinato una EOS700D. E adesso sono veramente felice. Tutta la dotazione che avevo con le due vecchie Canon è perfettamente compatibile. Lo Speedlite è morto, peccato, ma ammetto che non lo usavo molto neppure prima. Il cavalletto è un po' traballante, roba davvero leggera e trasportabile, ma soffre troppo l'instabilità, il peso della macchina, gli eventi atmosferici... sto provvedendo. Per il resto, ho recuperato tutto l'armamentario, e già mi son divertito a Torino (alcuni scatti son visibili su Flickr), sul laghetto di Castel dell'Alpi (alcuni scatti son visibili su Flickr), a Colorno (le foto appariranno presto su Flickr), e sul sito archeologico di Marzabotto (le foto appariranno presto su Flickr).

Certo... a causa del sensore delle APS-C, le focali dei miei obiettivi sono cambiate e - sigh - ho perso il grand'angolo (il 22 diventa un 33), però devo ammettere che mi diverto un mondo, e la perdita non mi ha colpito più di tanto. Anzi... La nuova EOS mi ha regalato PhotoStitch, così mi basta scattare un tot di immagini con il 50mm (il 35, visto che ho una APS-C), incollarle tra loro, e ottengo delle panoramiche davvero notevoli... Tipo questa.

Per farla breve... I'm Back!


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